La vita dei patriarchi fu davvero molto lunga. Il famoso “Matusalemme” (Metusela) visse ben 969 anni! Sono attendibili questi dati biblici?
La prima osservazione da fare è che Adamo, il primo uomo, fu creato direttamente da Dio non per morire, ma per vivere. Il Creatore aveva posto “l’albero della vita in mezzo al giardino di Eden” (Gn 2:9). Mentre, per ogni opera creativa, Dio commenta che quello che aveva fatto era “buono” (Gn 1:10,12,18,21,25), dopo la creazione di Adamo ed Eva il commento fu: “Dio vide tutto quello che aveva fatto, ed ecco, era molto buono” (Gn 1:31). Se Adamo ed Eva morirono, fu a causa del peccato di disubbidienza. Il chiaro avvertimento divino era: “Dell’albero della conoscenza del bene e del male non ne mangiare; perché nel giorno che tu ne mangerai, certamente morirai” (Gn 2:17). “Così egli scacciò l’uomo e pose a oriente del giardino d’Eden i cherubini, che vibravano da ogni parte una spada fiammeggiante, per custodire la via dell’albero della vita”. – Gn 3:24.
“Per mezzo di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo, e per mezzo del peccato la morte, e così la morte è passata su tutti gli uomini” (Rm 5:12). Che tutti moriamo è una tragica realtà. Dal momento stesso che nasciamo, non scatta forse un conto alla rovescia verso la morte?
È interessante notare che l’avvertimento di Dio tradotto “certamente morrai” (Gn 2;17) è nell’ebraico מֹות תָּמוּת (mot tamùt), letteralmente: “morendo morrai”. Questo potrebbe significare una morte progressiva? Di certo le persone più vicine alla condizione originale dell’uomo avevano una maggiore longevità rispetto a quelle vissute molto dopo.
Va notato che solo dopo il Diluvio, la durata della vita umana si ridusse drasticamente fino a divenire quella attuale, così che Mosè poté costatare: “I giorni dei nostri anni arrivano a settant’anni; o, per i più forti, a ottant’anni” (Sl 90:10). La situazione oggi non è mutata sostanzialmente rispetto alle condizioni post-diluviane. Con il Diluvio la cortina di nuvole che circondava e proteggeva il nostro pianeta fu rimossa; ciò causò evidentemente delle mutate condizioni di vita. – 2Pt 3:5,6.
I raggi cosmici
I raggi cosmici sono le più potenti particelle note: hanno un’energia che è milioni di volte più potente di quella prodotta dai più grandi acceleratori atomici costruiti. Tali raggi bombardano ininterrottamente l’atmosfera del nostro pianeta, collidendo con gli atomi dell’atmosfera e producendo così una pioggia di raggi cosmici detti secondari.
I raggi cosmici primari provengono principalmente dalla nostra galassia, la Via Lattea, dalle stelle che esplodendo (dette supernovae) lanciano nello spazio raffiche di particelle, nuclei di elementi, soprattutto di idrogeno. I raggi cosmici primari sono costituiti da nuclei di atomi privi degli orbitanti elettroni e al 90% si tratta di protoni di idrogeno; la particella che costituisce il raggio cosmico è accelerata ad altissima velocità (vicina alla velocità della luce, che viaggia a 300.000 chilometri al secondo) ed energia. Secondo alcuni scienziati anche altre galassie ci inviano raggi cosmici; secondo altri, provengono dell’esplosione dell’originale palla di fuoco che si espanse formando l’universo. In ogni caso, sembra che i raggi cosmici percorrano lo spazio interstellare in linea retta finché non sono deviati da campi magnetici. Ciò spiegherebbe perché i raggi cosmici provenienti dallo spazio extraterrestre colpiscano il nostro pianeta da ogni direzione. Deviati dai campi magnetici, possono essere spinti a velocità ed energia ancora più elevata; venendo poi a contatto con altri campi magnetici ricevono un’ulteriore spinta.
I raggi cosmici primari sono enormemente potenti. Colpiscono la nostra atmosfera con una forza immensa. Uno scienziato dell’Istituto di Fisica e Tecnica moscovita, V. G. Ginzburg, ha stabilito che la potenza minima di un raggio cosmico sia di 100 milioni di voltelettroni. Quella media è calcolata in 10 bilioni di voltelettroni; alcuni raggi cosmici arrivano a un bilione di bilioni di voltelettroni, e ne sono stati registrati anche di maggiore potenza (20-40 volte più potenti). Per avere un’idea di questa immane potenza, si tenga presente che un bilione equivale a 1000 miliardi e che i raggi cosmici arrivano a un bilione di bilioni di voltelettroni; ora si pensi che nelle nostre case l’energia arriva a 220 volt.
Sebbene i raggi cosmici primari non colpiscano mai direttamente la terra, perché sono deviati dal campo magnetico del nostro pianeta, le particelle primarie che non sono deviate – e che viaggiano quasi alla velocità della luce – arrivano fino all’atmosfera superiore della terra e urtano con atomi di aria (come ossigeno e azoto). Da questa collisione ha origine una reazione a catena. Il raggio cosmico primario (generalmente un protone d’idrogeno) scompone l’atomo d’aria che ha colpito, producendo una pioggia di particelle atomiche che continuano a urtare contro altri atomi e particelle. Così, un raggio cosmico primario, urtando un atomo d’aria, può generare una pioggia di milioni o miliardi di altre particelle, tutte ad elevata energia, che sono i potenti raggi cosmici secondari. I raggi cosmici secondari penetrano tutto, compresa la roccia, e addirittura il piombo. Per fortuna, l’energia totale della radiazione che davvero raggiunge la terra è solo una parte, perché la maggior parte della radiazione secondaria è assorbita dall’atmosfera inferiore.
La domanda che ci interessa è: tutto ciò ha effetto su di noi e, se sì, quale? Una precisa risposta scientifica non c’è ancora. Ma di certo, trattandosi di radiazione, potrebbe danneggiare le cellule, provocando cambiamenti nell’ereditarietà.
In verità non sappiamo quale sia stato l’effetto di lunga portata della radiazione cosmica dopo il Diluvio. Tuttavia, non possiamo fare a meno di notare che subito dopo il Diluvio la durata di vita umana si ridusse in modo drastico. Ciò ebbe a che fare con i raggi cosmici? È un fatto che i raggi cosmici primari non possono raggiungere direttamente il nostro pianeta perché è protetto dall’atmosfera terrestre, ma quelli secondari sì. Ora, la Bibbia ci dice che sospesa sulla terra c’era una volta acquea: “Dio fece la distesa e separò le acque che erano sotto la distesa dalle acque che erano sopra la distesa” (Gn 1:7). Fu proprio questa volta acqua che causò il Diluvio: “Le cateratte del cielo si aprirono. Piovve sulla terra quaranta giorni e quaranta notti … le cateratte del cielo furono chiuse, e cessò la pioggia dal cielo” (Gn 7:11,12;8:2). Prima del Diluvio, tale volta acquea fermava i raggi cosmici molto meglio che dopo, quando si era ormai dissolta nell’acqua diluviale. Ciò spiegherebbe bene perché la durata della umana si abbreviò drasticamente dopo il Diluvio. Da allora il bombardamento dei raggi cosmici non trova più ostacoli nella nostra atmosfera.
Rimane però un pericolo che è attuale. Se l’attuale protezione del nostro pianeta venisse meno, le conseguenze sarebbero catastrofiche. Dai primi sintomi di inappetenza, nausea, vomito, indebolimento, diarrea e febbre alta, in pochi giorni i globuli bianchi diminuirebbero in maniera repentina, facendo perdere al nostro corpo le sue naturali difese contro le infezioni; si verificherebbe l’infiammazione del rivestimento intestinale e di altre membrane mucose del corpo; non riuscendo più a coagularsi, il sangue provocherebbe emorragie anche interne. Dopo aver perso i peli del corpo, subentrerebbe il delirio, il coma e infine la morte. Tutto ciò sarebbe causato da un eventuale indebolimento del campo magnetico terrestre. Nessun luogo darebbe allora protezione sicura dalla pioggia dei raggi cosmici, perché questi raggi penetrano le rocce per chilometri e non trovano ostacolo neppure nel piombo. Questo terrificante scenario è quello descritto in Is 2:19, Lc 23:30 e in Ap 6:16? Non spetta certo a noi fare i profeti di sciagure, né sappiamo se Dio userà i raggi cosmici per recare la fine. Riguardo al prossimo attacco che le nazioni muoveranno a Gerusalemme, è comunque spaventoso leggere i sintomi del disfacimento fisico degli attaccanti: “Questo sarà il flagello con cui il Signore colpirà tutti i popoli che avranno mosso guerra a Gerusalemme: la loro carne si consumerà mentre stanno in piedi, i loro occhi si scioglieranno nelle orbite, la loro lingua si consumerà nella loro bocca”. – Zc 14:12.
Pubblichiamo a parte, nello studio successivo, un prospetto con le età dei patriarchi. Dal prospetto si può anche desumere la contemporaneità di certi personaggi. Ad esempio, Metusela aveva 243 anni quando morì Adamo; Sem vide crescere non solo Abraamo, ma anche Isacco; Sem morì solo 10 anni prima che nascesse Giacobbe. Queste curiosità, insieme a altri dati interessanti, sono riscontrabili studiando il prospetto seguente. Si noti anche come gli anni della durata della vita scesero progressivamente.