Affine per idee a Osea, Geremia presenta Dio come lo scopo del popolo apostata che viene pur sempre amato da Dio con grande amore: “Sì, io ti amo di un amore eterno” (Ger 31:3). Quel “ti” in ebraico è al femminile, riferito alla vergine-Israele del v. 4. Qui viene dichiarato l’amore di Dio per Israele. Peccato che TNM svilisca traducendo: “Ti ho amato con un amore a tempo indefinito”, quasi che l’amore di Dio fosse a scadenza. Bellissima invece la traduzione di PdS: “Ti ho sempre amato e per questo continuerò a mostrarti il mio amore incrollabile”, anche se sarebbe stato più bello: Ti ho sempre amata”.

   L’amore di Dio è gratuito. Ma anche imperituro. Sono tutte da gustare e da godere le bellissime espressioni di Dio che Geremia riferisce. Il testo ebraico è stupendo. Una traduzione non può renderlo appieno. Comunque, riportiamo due traduzioni che sono agli estremi: una viva ed elegante, l’altra mediocre e asettica e a tratti incomprensibile.

 

Ger

PdS

TNM

2:2

“Voglio ricordarti come mi eri fedele negli anni della tua giovinezza, come mi amavi quando eri fidanzata. Camminavi dietro a me nel deserto, là dove non si può seminare”. “Ricordo bene, da parte tua, l’amorevole benignità della tua giovinezza, l’amore quando eri fidanzata per sposarti, il tuo camminare dietro a me nel deserto, in un paese non seminato”.

2:33-35

“Come sai combinare i tuoi intrighi per ricercare l’amore dei tuoi amanti! La peggiore delle donne può imparare da te. I tuoi vestiti sono imbrattati fino all’orlo del sangue di povera gente innocente, non di quello di ladri sorpresi a rubare. Eppure, tu continui a ripetere: ‘Io sono innocente, certamente il Signore non è più in collera con me”. “Perché, o donna, abbellisci la tua via per cercare amore? Perciò è stato anche nelle cose cattive che hai insegnato le tue vie. Inoltre, nei tuoi lembi si son trovati i segni del sangue delle anime dei poveri innocenti. Non li ho trovati nell’atto di sfondare, ma [sono] su tutti questi. Ma tu dici: ‘Sono rimasta innocente. Sicuramente la sua ira si è ritirata da me’”.

3:12

“Torna da me, Israele infedele. Io ti perdonerò perché sono misericordioso. Non sarò in collera con te per sempre – dice il Signore”. “’Torna, o rinnegata Israele’, è l’espressione di Geova’. ‘Non farò cadere la mia faccia [con ira] su di voi, poiché sono leale’, è l’espressione di Geova. ‘Non resterò risentito a tempo indefinito’”.

 

Israele è la favorita di Dio, sempre, anche nella punizione:

 

Ger

PdS

TNM

11:15

“Il popolo che io amo ha commesso azioni malvagie. Che cosa viene a fare ora nel mio tempio?”. “Che ha da fare il mio diletto nella mia casa, che molti di loro debbano compiere questa cosa, il disegno [perverso]?”
“Che ha da fare l’amato mio nella mia casa? Lei ha commesso molte scelleratezze”. – NR

12:7

“Ho abbandonato Israele, ho ripudiato la nazione che mi ero scelta; ho consegnato nelle mani dei suoi nemici il popolo che amo”. “Ho lasciato la mia casa; ho abbandonato la mia eredità; ho dato la diletta della mia anima nella palma della mano dei suoi nemici”.

   Non si tratta di una semplice alleanza che poggia su ragioni giuridiche. Si tratta di un’unione vivificata e interiorizzata dall’amore. Al termine della prova e dell’esilio che durerà decenni (29:10;25:11), Dio stipulerà una nuova alleanza in cui la Legge non sarà scritta in modo giuridico su tavole di pietra, ma sarà scritta con amore nei cuori dei singoli.

 

Ger 31:33

TNM

NR

PdS

“’Poiché questo è il patto che concluderò con la casa d’Israele dopo quei giorni’, è l’espressione di Geova. ‘Certamente metterò la mia legge dentro di loro, e la scriverò nel loro cuore. E di sicuro diverrò il loro Dio, ed essi stessi diverranno il mio popolo’” “’Ma questo è il patto che farò con la casa d’Israele,

dopo quei giorni’, dice il Signore:

‘Io metterò la mia legge nell’intimo loro, la scriverò sul loro cuore, e io sarò loro Dio, ed essi saranno mio popolo’”.

“Questa è l’alleanza che io concluderò con il popolo di Israele dopo quei giorni: Io metterò la mia legge dentro di loro e la scriverò nel loro cuore. Allora io sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo”.

   Questa nuova alleanza poggerà su un rapporto personale tra Dio e il singolo, perciò travalicherà i confini nazionali e nazionalistici del popolo giudaico. Questo messianismo prepara l’amore, l’agàpe che caratterizzerà il nuovo popolo di Dio dei discepoli di Yeshùa.