Ecco schema già proposto precedentemente, ma più ampliato. Poi lo approfondiremo negli studi seguenti.
- Titolo. – 1:1.
- Poema sul lavoro. – 1:2-11.
- Prima parte del libro: Investigazioni dell’Ecclesiaste sulla vita (1:12-6:9). Ogni sezione termina con “ed ecco tutto è vanità, è un correre dietro al vento” o simili:
1:14 | “Ed ecco tutto è vanità, è un correre dietro al vento” |
1:17 | “Anche questo è un correre dietro al vento” |
2:1 | “Ed ecco che anche questo è vanità” |
2:15 | “Anche questo è vanità” |
2:17 | “Tutto è vanità, un correre dietro al vento” |
2:19 | “Anche questo è vanità” |
2:21 | “Anche questo è vanità” |
2:26 | “Anche questo è vanità e un correre dietro al vento” |
3:19 | “Tutto è vanità” |
4:4 | “Anche questo è vanità, un correre dietro al vento” |
4:8 | “Anche questa è una vanità” |
4:16 | “Anche questo è vanità, e un correre dietro al vento” |
5:10 | “Anche questo è vanità” |
6:2 | “Ecco una vanità” |
6:9 | “Anche questo è vanità, un correre dietro al vento” |
a) Doppia introduzione:
Prima introduzione (1:12-15) |
Seconda introduzione (1:16-18) |
“Io, l’Ecclesiaste, sono stato re d’Israele a Gerusalemme, e ho applicato il cuore a cercare e a investigare con saggezza tutto ciò che si fa sotto il cielo: occupazione penosa, che Dio ha data ai figli degli uomini perché vi si affatichino. Io ho visto tutto ciò che si fa sotto il sole: ed ecco tutto è vanità, è un correre dietro al vento. Ciò che è storto non può essere raddrizzato, ciò che manca non può essere contato” |
“Io ho detto, parlando in cuor mio: «Ecco io ho acquistato maggiore saggezza di tutti quelli che hanno regnato prima di me a Gerusalem-me; sì, il mio cuore ha posseduto molta saggezza e molta scienza». Ho applicato il cuore a conoscere la saggezza, e a conoscere la follia e la stoltezza; ho ricono-sciuto che anche questo è un correre dietro al vento. Infatti, dov’è molta saggezza c’è molto affanno, e chi accresce la sua scienza accresce il suo dolore” |
b) Studio sul piacere della ricerca. – 2:1-11.
c) Studio sulla sapienza e sulla follia. – 2:12-17.
d) Studio sui frutti del lavoro
I. Vanno poi lasciati ad altri. – 2:18-26.
II. Non si può conoscere sempre il momento opportuno per agire. – 3:1-4:6.
III. Il problema del compagno. – 4:7-16.
IV. Si può perdere tutto ciò che si è accumulato. – 4:17-6:9.
- Seconda parte del libro: Conclusione dell’Ecclesiaste (6:10-11:6). Introduzione (6:10-12): L’uomo non può conoscere ciò che Dio ha fatto, perché l’uomo non può stabilire ciò che è buono e ciò che seguirà.
a) L’uomo non può sapere quello che è meglio per lui (7:1-8:17). In questa sezione ogni paragrafo finisce con le parole: “Non la può trovare” o “Chi la può trovare” o simili.
7:24 | “Chi potrà trovarla?” |
7:28 | “Non l’ho trovata” |
8:17 | “Non però può trovarla” |
b) Critica della sapienza tradizionale: l’uomo non sa cosa deve fare:
I. nel giorno della prosperità e dell’avversità. – 7:1-14.
II. circa la giustizia e l’ingiustizia. – 7:15-24.
III. circa l’uomo e la follia. – 7:25-29.
IV. circa l’uomo saggio e il re. – 8:1-17.
L’uomo ignora quello che deve accadere (9:1-11:6). In questa sezione le singole pericopi terminano con: “Non conosce” o “Non v’è conoscenza” o simili.
9:1 | “L’uomo non sa neppure se . . .” |
9:6 | “I morti non sanno nulla” |
9:10 | “Nel soggiorno dei morti dove vai, non c’è più né lavoro, né pensiero, né scienza, né saggezza” |
9:12 | “L’uomo infatti non conosce la sua ora” |
10:15 | “Egli [lo stolto] non sa neppure la via della città” |
11:2 | “Tu non sai che male può avvenire sulla terra” |
11:6 | “Tu non sai quale” |
I. L’uomo conosce solo che deve morire, ma i morti nulla sanno. – 9:
II. Non vi conoscenza nello sheòl. – 9:7-10.
III. L’uomo non conosce il momento di agire. – 9:11,12.
IV. L’uomo ignora ciò che accadrà. – 9:13-10:15.
V. Egli ignora il male che verrà. – 10:16-11:2.
VI. Egli ignora il bene che ne verrà. – 11:3-6.
- Poema sulla giovinezza e la vecchiaia. – 11:7-12:3.
- Epilogo. – 12:9-14.