Il Vangelo scritto di Luca si divide in quattro parti.
Prima parte. Manifestazione del piano divino e infanzia di Yeshùa. – Capp. 1,2.
Vi dominano due persone: Giovanni il battezzatore e Yeshùa. Le profezie su Giovanni ne limitano le attività, che devono essere per Israele: “Tu, bambino, sarai chiamato profeta dell’Altissimo, perché andrai davanti al Signore per preparare le sue vie, per dare al suo popolo conoscenza della salvezza mediante il perdono dei loro peccati” (1:76,77). Le profezie riguardanti Yeshùa annunciano il Regno universale: “Per essere luce da illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele”. – 1:32.
L’incontro tra Miryàm ed Elisabetta è un capolavoro lucano. Le due donne sono i tipi delle due alleanze. Esse sono inseparabilmente legate: non solo perché parenti e non solo per la somiglianza delle loro maternità, ma in virtù della promessa divina ricevuta e in virtù della grazia che entrambi trovano in Dio.
La nascita di Yeshùa è il punto culminante, “la buona notizia di una grande gioia che tutto il popolo avrà”. – 2:10.
Questi due capitoli sono i più aramaizzanti del Vangelo. Il che è spiegabile sia con il fatto che Luca, nell’essersi “accuratamente informato di ogni cosa dall’origine” (1:3), utilizzò documenti aramaici; sia col fatto che mantenendo gli aramaicismi ricostruisce artisticamente un colorito più semitico intessuto di reminescenze dalle Scritture Ebraiche. Questo ci fa anche a capire che i due capitoli stanno a sé e non vanno uniti al terzo che appartiene alla seconda parte del Vangelo. Infatti, il cap. 3 introduce una cronologia, quasi a dimostrare l’inizio di una nuova èra. Anche Mr (che Luca ha seguìto) inizia il suo Vangelo con il battesimo di Yeshùa. In At il sostituto del traditore Giuda è scelto tra coloro che avevano seguito Yeshùa sin dal battesimo di Giovanni (At 1:21,22), quando iniziò la sua vita pubblica.
Seconda parte. Manifestazione di Yeshùa e sua missione in Galilea. – 3:1-9:50.
La Galilea, regione tipicamente giudaica nella geografia lucana, è il luogo della prima missione di Yeshùa. Yeshùa predica nelle sinagoghe, si sceglie una città (Cafarnao), per poi passare “di città in città e di villaggio in villaggio”. – 8:1, TNM.
Dio stesso proclama Yeshùa suo figlio durante il battesimo. Le tentazioni di Yeshùa mostrano il combattimento che egli soffre in se stesso per mettersi al servizio di Dio. Il discorso programmatico di Nazaret indica il contenuto della missione di Yeshùa ed evoca le difficoltà che vi si oppongono. Yeshùa compie poi numerose guarigioni, culminanti nella resurrezione del figlio della vedova di Nain. Stabilisce il gruppo degli apostoli. In seguito tutto si centra sulla domanda: Chi è Yeshùa? Cui risponde la confessione di Pietro (“tu sei il cristo”, l’unto, il messia, il consacrato). Avviene poi la trasfigurazione. Luca riassume brevemente il discorso della montagna introducendo al racconto di Mr (6:20-8:3) una piccola inserzione con materiale in gran parte parallelo a quello di Mt.
Elemento proprio di Lc (oltre all’episodio della vedova di Nain – 7:11 e sgg.) è l’episodio del perdono concesso alla peccatrice che unge i piedi di Yeshùa (7:6 e sgg.) e l’elenco delle donne che seguivano Yeshùa. – 8:1 e sgg..
Terza parte. Viaggio di Yeshùa a Gerusalemme. – 9:51-19:27.
È la sezione più ricca, in cui Luca ha introdotto gran parte dei propri racconti non riferiti né da Marco né da Matteo. È la famosa grande inserzione (9:51-18:14) in cui appaiono le magnifiche parabole, proprie di Lc, del buon samaritano (cap. 10), del cosiddetto figliol prodigo (cap. 15), di Lazzaro e del ricco crapulone (cap. 16), del fariseo e dell’esattore romano al cap. 18.
Quarta parte. Passione di Yeshùa. – 19:28-24:53.
I racconti seguono Mr (e anche Mt). L’unico brano speciale, salvo altri piccoli particolari che egli aggiunge (come il sudore di sangue), è il racconto dell’apparizione di Yeshùa a due discepoli che si dirigono al villaggio di Emmaus. – 24:13 e sgg..