Dopo tre giorni di cecità, Paolo riebbe la vista grazie ad Anania che gli impose le mani e lo battezzò per la remissione dei peccati: “E ora, perché indugi? Àlzati, sii battezzato e lavato dei tuoi peccati, invocando il suo nome” (At 22:16). Da queste parole risulta che non bastano fede e ravvedimento per ottenere il perdono dei peccati: occorre integrare il tutto nell’obbedienza battesimale in cui Dio (e non l’uomo) toglie le colpe al peccatore.
Dopo aver recuperato la vista e le forze, Paolo incominciò a testimoniare il Cristo nelle sinagoghe, rimanendo alcuni giorni presso i discepoli: “Dopo aver preso cibo, gli ritornarono le forze. Rimase alcuni giorni insieme ai discepoli che erano a Damasco, e si mise subito a predicare nelle sinagoghe che Gesù è il Figlio di Dio. Tutti quelli che lo ascoltavano si meravigliavano e dicevano: ‘Ma costui non è quel tale che a Gerusalemme infieriva contro quelli che invocano questo nome ed era venuto qua con lo scopo di condurli incatenati ai capi dei sacerdoti?’” (At 9:19-21). Il v. 19 di questo passo dice che egli “rimase alcuni giorni insieme ai discepoli che erano a Damasco”. Ma al v. 23 si dice: “Parecchi giorni […]” (“Or quando si compivano molti giorni”, TNM). In questo lasso di tempo occorre introdurre il viaggio di Paolo in Arabia, di cui egli parla nella sua lettera ai galati: “Io non mi consigliai con nessun uomo, né salii a Gerusalemme da quelli che erano stati apostoli prima di me, ma me ne andai subito in Arabia; quindi ritornai a Damasco” – 1:16,17). Là in Arabia, nel silenzio e nella solitudine, penetrò più a fondo con la sua meditazione nel mistero dell’amore divino che invitava lui (il persecutore) a predicare il vangelo a ogni creatura.
Paolo, per meglio sottolineare la sua indipendenza dai Dodici, mette il rilievo il tempo da lui trascorso prima di incontrarsi con loro: vale a dire tre anni trascorsi in Arabia. L’espressione “tre anni” (Gal 1:18) non significa necessariamente tre anni completi. Secondo in modo di contare gli anni degli ebrei poteva includere un anno preceduto e seguito da pochi mesi. Per gli ebrei gli anni erano indivisibili (anche pochi giorni erano computati per un anno). È, in ogni caso, un tempo considerevole. Da questo fatto si evince anche che allora non esisteva un’organizzazione centralizzata cui facessero capo tutte le congregazioni e i discepoli. Non esisteva affatto quello che i Testimoni di Geova definiscono un “corpo direttivo”. Paolo agisce indipendentemente, non si consulta con nessuno e non va a Gerusalemme, anzi sottolinea: “Né salii a Gerusalemme da quelli che erano stati apostoli prima di me”. – Gal 1:17.
Il termine “Arabia” è assai generico e comprendeva qualunque parte al di là del fiume Giordano, dalla Siria a nord al Mar Rosso a sud.
Luca, al contrario, ci tiene a ricollegare Paolo agli apostoli, per cui nel suo racconto di Atti salta completamente il suo soggiorno arabico per far venire Paolo a Gerusalemme. Tuttavia, Luca menziona i “parecchi giorni”, che ben si accordano con l’andata in Arabia.
A Gerusalemme Paolo rimase quindici giorni e stette con Pietro e Giacomo “Salii a Gerusalemme per visitare Cefa [= Pietro] e stetti da lui quindici giorni; e non vidi nessun altro degli apostoli; ma solo Giacomo, il fratello del Signore” (Gal 1:18,19). Lì tentò anche di intraprendere una predicazione tra i giudei ellenisti, ma a motivo della forte opposizione suscitatagli contro fu consigliato dai fratelli di abbandonare la città: “Andava e veniva con loro in Gerusalemme, e predicava con franchezza nel nome del Signore; discorreva pure e discuteva con gli ellenisti; ma questi cercavano di ucciderlo. I fratelli, saputolo, lo condussero a Cesarea, e di là lo mandarono a Tarso”. – At 9:28-30.
Tornato a Tarso, sua città natale, si trovò isolato sia dagli ebrei (che lo consideravano un traditore) e sia dai suoi nuovi fratelli spirituali (che ne avevano paura a causa delle sue precedenti persecuzioni). Fu tratto da questo isolamento da Barnaba, un ellenista di larghe vedute e di profonda intenzione. Egli condusse Paolo nella comunità di Antiochia di Siria, che era una comunità più libera. “Barnaba partì verso Tarso, a cercare Saulo; e, dopo averlo trovato, lo condusse ad Antiochia” (At 11:25). Qui Paolo maturò la prima missione apostolica tra i gentili o pagani.