Le lettere agli efesini, ai colossesi, a Filemone e forse anche ai filippesi formano un tutto unico, poiché sorsero nelle medesime circostanze storiche.

   Queste lettere furono scritte da Paolo in carcere, perché in esse ripete di essere incarcerato:

Ef 3:1

“Io, Paolo, il prigioniero di Cristo Gesù”

Ef 4:1

“Io dunque, il prigioniero del Signore”

Ef 6:20

“Sono ambasciatore in catene

Col 4:10

“Vi salutano Aristarco, mio compagno di prigionia

Col 4:18

“Ricordatevi delle mie catene

Flm 1

“Paolo, prigioniero di Cristo Gesù”

Fil 22

“Spero, grazie alle vostre preghiere, di esservi restituito

Flp 1:13

“A tutti quelli del pretorio e a tutti gli altri è divenuto noto che sono in catene per Cristo”

Flp 4:22

“Tutti i santi vi salutano e specialmente quelli della casa di Cesare

   Pur essendo pronto al sacrificio della sua stessa vita, Paolo spera nella prossima liberazione: “Ho questa ferma fiducia: che rimarrò e starò con tutti voi” (Flp 1:25) e pensa già a slanciarsi verso nuove conquiste, tanto è vero che chiede a Filemone di preparargli “un alloggio”. – Flm 22.

   Anche la seconda lettera a Timoteo fu scritta dal carcere, ma il suo tono è completamente diverso. Prigioniero com’è a Roma (1Tm 1:17), Paolo non spera più nella liberazione, anzi dichiara di essere ormai giunto al termine della sua corsa: “Quanto a me, io sto per essere offerto in libazione, e il tempo della mia partenza è giunto. Ho combattuto il buon combattimento, ho finito la corsa, ho conservato la fede. Ormai mi è riservata la corona di giustizia” (2Tm 4:6-8). Egli non pensa che al cielo: “Il Signore mi libererà da ogni azione malvagia e mi salverà nel suo regno celeste” (2Tm 4:18). Si tratta perciò di una prigionia ben diversa.

   Quando Paolo scrive queste lettere (Ef, Col, Flm e Flp) è circondato dalle medesime persone: Tichico e Onesimo. Questi due partono assieme: Tichico per recare due lettere di Paolo, Onesimo per consegnare il biglietto di raccomandazione per il suo padrone Filemone.

Tichico e Onesimo

 “Ve lo farà sapere Tichico […] con lui ho mandato il fedele e caro fratello Onesimo”

Col 4:7,9

Tichico

“Tutto ciò che mi riguarda ve lo farà sapere Tichico”

Col 4:7

“Tichico, il caro fratello e fedele servitore nel Signore, vi informerà di tutto”

Ef 6:21

Onesimo

“Ti prego per mio figlio che ho generato mentre ero in catene, per Onesimo”

Flm 10

   Vi ricompaiono Marco, Luca, Dema, Epafra e Aristarco che mandano i loro saluti (Flm 23,24; Col 4:10-14). Vi ricompare Timoteo (Col 1:1; Flp 2:19). Si tratta, quindi, di lettere scritte nel medesimo periodo di vita.

   In queste lettere dominano le stesse idee:

  • I discepoli sono presentati come il corpo e la congregazione come la sposa del Cristo. – Ef 1:22,23;4:4,5; Col 1:18.
  • Vi ritornano i medesimi consigli, a volte le stesse parole (il che fa sorgere un problema che sarà esaminato nel commento alle due lettere Ef e Col). “V’è un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo, un solo Dio e Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, fra tutti e in tutti” (Ef 4:5,6), “Siete stati chiamati per essere un solo corpo”. – Col 3:15.
  •  Anche il tema della schiavitù riceve l’identica soluzione nella lettera a Filemone e in quella ai colossesi. “Servi, ubbidite in ogni cosa ai vostri padroni secondo la carne; non servendoli soltanto quando vi vedono, come per piacere agli uomini, ma con semplicità di cuore, temendo il Signore. Qualunque cosa facciate, fatela di buon animo, come per il Signore e non per gli uomini, sapendo che dal Signore riceverete per ricompensa l’eredità. Servite Cristo, il Signore! Infatti chi agisce ingiustamente riceverà la retribuzione del torto che avrà fatto, senza che vi siano favoritismi” (Col 3:22-25). “Forse proprio per questo egli è stato lontano da te per un po’ di tempo [Onesimo, schiavo di Filemone, era scappato; poi era diventato discepolo di Yeshùa], perché tu lo riavessi per sempre; non più come schiavo, ma molto più che schiavo, come un fratello caro”. – Flm 15,16.