Festività bibliche. Riguardo alle feste, non c’è dubbio che si tratti di quelle bibliche, data la presenza dei “sabati”. Le feste sono poi suddivise in annuali (“feste”), mensili (“noviluni”) e settimanali (“sabati”). La parola greca ἑορτή (eortè) indica un giorno festivo in generale, qui ovviamente diverso dai noviluni e dai sabati che sono specificati a parte. Diamo un elenco (senza entrare qui in merito) delle Festività che Dio comanda di osservare:

Festività

Riferimento biblico

Data (mesi ebraici)

Sabato

Es 20:8-10

Settimanale

Novilunio

Nm 10:10; 2Cron 2:4

Ogni 1° del mese

Cena del Signore

Lc 22:19; 1Cor 11:24

14 di nissàn

Pasqua

Es 12:24-27

15 di nissàn

Pani Azzimi

Es 12:17-20

15-21 di nissàn

Pentecoste

Lv 23:15-21; Nm 28:26-31; Dt 16:9-12

La 7a domenica successiva alla Pasqua

Trombe

Lv 23:24; Nm 29:1-6

tishrì

Espiazione

Lv 16:29-31;23:26-32; Nm 29:7

10 tishrì

Capanne

Lv 23:34-39

15-21 tishrì

Gran Giorno

Lv 23:36,39

22 tishrì

Nota: Tutte le festività bibliche sono chiamate “sabati”. – Ez 46:1,3; Lv 23:2.

   Qual era il problema? Che tipo di obiezione muove Paolo, tanto da affermare che nessuno doveva permettersi di giudicare i fedeli colossesi perché osservavano le festività bibliche? Occorre qui comprendere bene il testo biblico. La lettura del semplice testo biblico purtroppo è spesso influenzata dal credo di chi legge. Analizziamo bene il passo. Vediamo prima come viene usualmente tradotto 2:16 nella parte relativa alle festività:

“Nessuno dunque vi giudichi […] rispetto a feste, a noviluni, a sabati”

NR

“Nessuno dunque vi condanni […] riguardo a feste, a noviluni e a sabati”

CEI

“Perciò nessuno vi giudichi […] in quanto a festa o a osservanza della luna nuova o a sabato”

TNM

“Niuno adunque vi giudichi […] per rispetto di festa, o di calendi, o di sabati”

Did

“Nessuno dunque vi giudichi […] rispetto a feste, a noviluni o ai sabati”

ND

   Si noti la somiglianza dell’espressione: “Rispetto a”, “riguardo a”, “in quanto a”. Tutti questi traduttori (cattolici, protestanti, Testimoni di Geova) devono ammettere con la loro traduzione che Paolo si riferisca all’osservanza delle festività bibliche. Sebbene Paolo parli di osservanza, i lettori che erroneamente ritengono abolita la Legge, leggono come se Paolo parlasse di non osservanza. Poniamoci la domanda: Ma quei colossesi osservavano o no le festività bibliche? La risposta può essere solo un “sì” oppure un “no”.

   A chi risponde “no”, domandiamo: perché allora Paolo li rimprovera? Se le festività bibliche fossero state abolite (come sostiene la stragrande maggioranza delle religioni “cristiane”) e se quei colossesi conseguentemente non le osservavano, sarebbero stati in regola. Non ci sarebbe stato bisogno di alcun rimprovero da parte di Paolo.

   Evidentemente le osservavano. TNM dice addirittura: “In quanto a festa o a osservanza [si noti: “osservanza”, non ‘non osservanza’] della luna nuova o a sabato”. È ovvio che quei colossesi osservavano le feste bibliche, ma qualcuno li giudicava per questo. Paolo dice: “Nessuno vi giudichi”, “nessuno vi condanni”. Nessuno doveva giudicare o condannare quei colossesi perché osservano quelle feste bibliche.

   Riguardo alle festività, Paolo dà la motivazione perché si debbano osservare. Infatti, dice:

“Nessuno vi giudichi . . . in quanto a festa o a osservanza della luna nuova o a sabato; poiché queste cose sono un’ombra delle cose avvenire”. – 2:16,17, TNM.

   Sebbene il testo greco non dica “poiché”, ma solo ἃ (a), “che”, plurale neutro, il traduttore qui coglie il punto: la motivazione per cui quelle festività vanno osservate è che “tutte cose queste che sono ombra delle future” (2:17, CEI). Qui dobbiamo rilevare una forzatura in alcune traduzioni:

“Sono l’ombra di cose che dovevano avvenire

NR

“Son ombra di quelle che dovevano avvenire

Did

Ora si paragoni questa traduzione (“dovevano avvenire”) con queste altre traduzioni:

 “Sono ombra delle future

CEI

“Sono un’ombra delle cose avvenire

TNM

   Il lettore, smarrito, potrebbe domandarsi: Ma queste “cose” (di cui le festività ebraiche erano un’“ombra” o una figura) erano già avvenute o erano ancora future? “Dovevano avvenire” sottintende: dovevano, ma sono già venute. “Devono” significa che non sono ancora avvenute. Addirittura, Nuova Diodati (che è la revisione moderna di Diodati) contraddice l’antica traduzione: corregge il “dovevano avvenire” con un “devono avvenire”. TNM gioca d’astuzia: “Cose avvenire”; avvenire rispetto al passato e quindi già avvenute o rispetto al presente e quindi future? La Bibbia ci toglie ogni dubbio:

στιν σκιὰ τῶν μελλόντων

a estìn skià mellònton

che è ombra delle cose future

   Paolo dice “è”: mentre scriveva quindi quelle cose erano future anche per lui. La parola μελλόντων (mellònton) è il participio presente del verbo μέλλω (mèllo), che significa “sto per”, “sono sul punto di”. La frase sottintende “venire”. Perciò la traduzione esatta è: “Delle cose che stanno [per venire]”. Non c’è modo di riferire l’espressione al passato, intendendo qualcosa come ‘stavano per venire e sono venute’. Il participio è un participio presente: mentre Paolo parla, quelle cose “stanno [presente] per” venire. Il tutto è rafforzato dal presente ἐστιν (estìn): “è”, al presente, mentre Paolo scrive. Dopo aver menzionato feste, noviluni e sabati, Paolo afferma che “ciò è ombra di cose che stanno per [venire o adempiersi]”. Nessun dubbio: per Paolo quelle “cose” non erano ancora venute, ma erano future. La ragione per cui le feste bibliche andavano e vanno osservate è che esse rappresentano qualcosa di futuro. In verità, in esse c’è tutto il piano di salvezza di Dio.

   Per quanto riguarda le traduzioni, però non è finita. Dobbiamo rilevare un altro errore. Leggiamo la parte finale di 2:17:

“Ma il corpo è di Cristo”

NR

“Ma la realtà invece è Cristo!”

CEI

“Ma la realtà appartiene al Cristo”

TNM

“Ma il corpo è* di Cristo”

Did

“Ma il corpo è* di Cristo”

ND

* Il corsivo è del traduttore, per indicare che è stato aggiunto.

   Prima di esaminare questa parte del versetto è utile fare il punto della situazione e riassumere 2:16,17 come è stato ristabilito fin qui:

“Non dunque qualcuno vi giudichi per cibo e bevanda o riguardo a festa o novilunio o sabati, che è ombra delle cose future”. – Testo greco letterale.