Come abbiamo già visto, l’autore di Apocalisse è Giovanni, che firma il suo scritto: “Io, Giovanni, vostro fratello e vostro compagno nella tribolazione” (Ap 1:9). Da qui apprendiamo anche che Giovanni, che si definisce fratello e compagno nella tribolazione, aveva prestato il suo servizio alle “sette chiese che sono in Asia” (1:4) a cui indirizza il suo scritto, perché in 1:9 si dice “vostro fratello e vostro compagno nella tribolazione”. Non vi è proprio alcuna ragione di accogliere l’ipotesi che il suo libro sia una falsificazione, basandosi sulle accuse mosse dagli àlogi (gli oppositori del lògos giovanneo) verso il 200 allo gnostico Cerinto, che ne sarebbe stato il falsificatore. Non abbiamo alcun dubbio che Apocalisse fu scritta Giovanni, ed esattamente da Giovanni apostolo dei Dodici. Ciò ne conferma la sua canonicità. Il suo scritto ispirato appartiene a tutti gli effetti alla Sacra Scrittura.
Anche lo studioso deve riconoscere in Giovanni l’autore dell’Apocalisse. Infatti, esaminandone il testo, vi si trovano i temi cari a Giovanni già presenti nel suo Vangelo e nella sua prima lettera: la vita, la luce, la verità, la grazia, la gioia, la ripugnanza per le tenebre, il giudizio divino e l’amore di Dio per i suoi, il dovere di osservare tutti Comandamenti, il maligno, l’anticristo. Esaminando questi temi appare chiaro che si tratta della stessa mano. Perfino il greco non buono perché sgrammaticato testimonia la mano di Giovanni, che era un ignorante o, per dirla con NR un ‘popolano senza istruzione’, oppure un ‘illetterato e comune’, per dirla con TNM. – Cfr. At 4:13.
Ireneo, nato e cresciuto a Smirne (una delle sette comunità cui è indirizzata Ap) nel 130, dice nella sua opera Adversus haereses (Contro le eresie), in 5.30.3, che il libro fu scritto verso l’81-96 (alla fine del regno di Domiziano) e lo attribuisce in modo esplicito all’apostolo Giovanni. Papia (inizio 2° secolo) considerava il libro di origine apostolica. Giustino Martire, pure del 2° secolo, scrive: “Anche da noi un uomo di nome Giovanni, uno degli apostoli del Cristo, in seguito ad una rivelazione da lui avuta ha profetizzato”. Clemente Alessandrino e Tertulliano, della fine del 2° secolo e dell’inizio del 3°, pure confermano che Giovanni ne fu l’autore. Origène, del 3° secolo, afferma: “E che dire di Giovanni, colui che si chinò sul petto di Gesù? Egli ha lasciato un solo Vangelo, . . . scrisse anche l’Apocalisse”.