Mentre Mr e Gv iniziano il loro Vangelo con la vita pubblica di Yeshùa, Mt e Lc vi fanno precedere in due capitoli alcune narrazioni riguardanti la sua infanzia.
Leggendo questi primi due capitoli – sia in Mt che in Lc – si nota subito che in Mt lo stile è quello del resto del Vangelo mattaico, documentando così la mano del medesimo autore. Il racconto dell’infanzia presso Lc ha suscitato invece negli studiosi alcuni dubbi. Lo stile lucano dell’infanzia è, infatti, colmo di aramaicismi. Ciò ha fatto pensare ad alcuni studiosi che Luca abbia usato un documento scritto in aramaico e ad altri che Luca abbia voluto in quei capitoli imitare lo stile biblico aramaizzante. Sono ipotesi. Va però respinto il tentativo di trovare prove certe di tali ipotesi nel testo lucano, dato che non ce ne sono. Così, ad esempio, è davvero troppo poco poggiare sul misterioso “Resa” di Lc 3:27 per cercare di leggervi l’opposto Aser per sostenere che la genealogia lucana sia stata scritta in ordine rovesciato (l’aramaico, come l’ebraico, è scritto da destra a sinistra). Che dire allora dello stile aramaizzante dei primi capitoli di Lc? Che Luca abbia utilizzato diverse fonti nella sua ricerca volta a scrivere la vita di Yeshùa, lo dice lui stesso (1:3); la fonte utilizzata per l’infanzia poteva quindi essere aramaica; l’averla mantenuta nello stile aramaico può essere stato un tocco che Luca, scrittore colto, ha voluto lasciare per imprimere una continuità con lo stile biblico.
Mt, dopo la genealogia di Yeshùa, espone il dubbio di Giuseppe con la rassicurazione avuta dall’angelo in sogno. Mt narra poi come Yeshùa sia accolto dagli astrologi (i cosiddetti magi, ma in realtà maghi) che sono gentili o stranieri, ma respinto dagli ebrei (fuga in Egitto, terra pagana).
Lc presenta invece un racconto ben armonico in cui intreccia tra loro prima le due annunciazioni: del battezzatore e di Yeshùa; poi le due rispettive nascite. Le due sezioni sono intercalate dalla visita di Miryàm ad Elisabetta. Le due parti sono ricollegate tra loro da elementi comuni: lo stesso angelo Gabriele reca i due annunci e risponde alle domande di Zaccaria e di Miryàm; le due nascite sono prodigiose in quanto vengono da una sterile e da una vergine; i nomi sono profetici: “Yhvh fa grazia” (Giovanni) e “Yhvh salva” (Yeshùa); i due crescono e si sviluppano armonicamente. Un inno viene pronunciato da Zaccaria (il Benedictus) e uno da Miryàm (il Magnificat).
Luca tende ad esaltare Yeshùa sopra il battezzatore: questo è il precursore, l’altro il salvatore (come affermano Simeone ed Anna in occasione della presentazione al Tempio). Nei genitori del precursore, Giovanni il battezzatore, la sterilità è un obbrobrio; in Miryàm la verginità è una virtù. Zaccaria ed Elisabetta hanno trovato grazia; Miryàm è invece investita di grazia. Entrambi domandano un segno: mentre Zaccaria rimane incredulo, Miryàm dà un pieno e convinto assenso all’annuncio angelico; perciò Zaccaria diviene muto, mentre Miryàm si dice “serva” del Signore e viene esaltata da Elisabetta (“Benedetta sei tu fra le donne”).
Nei racconti dell’infanzia di Yeshùa, Mt mette prima la genealogia, Lc la pospone.