“Nel suo nome si sarebbe predicato il ravvedimento per il perdono dei peccati a tutte le genti, cominciando da Gerusalemme” (Lc 24:47). La predicazione si spanse prima a Gerusalemme per passare poi in Samaria: “Quelli che erano dispersi se ne andarono di luogo in luogo, portando il lieto messaggio della Parola. Filippo, disceso nella città di Samaria, vi predicò il Cristo. […] Allora gli apostoli, che erano a Gerusalemme, saputo che la Samaria aveva accolto la Parola di Dio, mandarono da loro Pietro e Giovanni” (At 8:4,5,14). In seguito si spanse al litorale fenicio e infine ad Antiochia. Da qui si diffuse in Asia Minore (l’attuale Turchia), in Grecia e da ultimo a Roma, il centro del mondo pagano. In questo quadro così preciso stridono le apparizioni in Galilea di Yeshùa risorto. Esaminiamo.
In Mr 14:28 Yeshùa preannuncia: “Dopo che sarò risuscitato, vi precederò in Galilea”. Alle donne di fronte alla tomba vuota l’angelo dice: “Andate a dire ai suoi discepoli e a Pietro che egli vi precede in Galilea; là lo vedrete, come vi ha detto”. – Mr 16:7.
La stessa cosa in Mt, che segue la trafila di Mr. In Mt 26:32 Yeshùa preannuncia: “Dopo che sarò risuscitato, vi precederò in Galilea”. Alle donne di fronte alla tomba vuota l’angelo dice: “E andate presto a dire ai suoi discepoli: “Egli è risuscitato dai morti, ed ecco, vi precede in Galilea; là lo vedrete” (Mt 28:7). Yeshùa stesso incontra poi le donne e dice: “Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea; là mi vedranno” (Mt 28:10). “Quanto agli undici discepoli, essi andarono in Galilea sul monte che Gesù aveva loro designato”. – Mt 28:16.
Diversamente in Lc. “Due di loro [= due discepoli] se ne andavano in quello stesso giorno [= domenica; cfr. vv. 1-12] a un villaggio di nome Emmaus, distante da Gerusalemme sessanta stadi [= circa 11 km circa]; e parlavano tra di loro di tutte le cose che erano accadute. Mentre discorrevano e discutevano insieme, Gesù stesso si avvicinò e cominciò a camminare con loro” (Lc 24:13-15). Risorto da poco, Yeshùa si trova nei pressi di Gerusalemme.
Mentre Mt e Mr non parlano di apparizioni di Yeshùa a Gerusalemme, Lc non parla di apparizioni in Galilea. Paolo fa un riassunto cronologico delle apparizioni di Yeshùa risorto e scrive che “[1] apparve a Cefa, poi [2] ai dodici. Poi apparve [3] a più di cinquecento fratelli in una volta, dei quali la maggior parte rimane ancora in vita e alcuni sono morti. Poi apparve a [4] Giacomo, poi [5] a tutti gli apostoli; e, ultimo di tutti, apparve anche [6] a me”. – 1Cor 15:5-7.
- L’apparizione a Cefa (o Simone o Pietro) menzionata in Lc 24:34 è riferita anche dai due discepoli di Emmaus nei pressi di Gerusalemme.
- La successiva apparizione ai dodici è raccontata in Gv 20:24. Il nome “dodici” è indicativo del gruppo; in effetti erano undici (Giuda Iscariota, il traditore, si era impiccato – Mt 27:5), qui anche Tommaso, infatti, viene detto “uno dei dodici”. Quest’apparizione avviene a Gerusalemme, dato che si tratta della “sera di quello stesso giorno, che era il primo della settimana” ovvero della stessa domenica (v. 19). “Otto giorni dopo, i suoi discepoli erano di nuovo in casa, e Tommaso era con loro. Gesù venne a porte chiuse, e si presentò in mezzo a loro” (v. 26); trattandosi della stessa casa, siamo ancora a Gerusalemme.
- L’apparizione ai cinquecento è riferita solo qui. La storicità di questo evento si dimostra da sé: Paolo dice che “la maggior parte rimane ancora in vita”, il che significa che c’erano ancora molti testimoni oculari che potevano confermare quanto lui scriveva. Non è detto dove avvenne.
- Non sappiamo dove avvenne.
- Non sappiamo a quale evento si faccia riferimento.
- Siamo ormai nel periodo dopo l’ascesa al cielo di Yeshùa. Quest’apparizione avvenne sulla via per Damasco. – At 9:3.
Gv 21:1 riferisce che dopo le apparizioni a Gerusalemme, “dopo queste cose, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli presso il mare di Tiberiade”. Qui siamo in Galilea. La specificazione “presso il mare di Tiberiade” pare indicare un cambiamento geografico delle apparizioni. Si tenga presente che Yeshùa risorto rimane ancora quaranta giorni sulla terra prima della sua ascensione (At 1:3). Inoltre, non è questa l’apparizione annunciata dalle parole: “Andate a dire ai suoi discepoli e a Pietro che egli vi precede in Galilea; là lo vedrete, come vi ha detto” (Mr 16:7). Infatti, “Quando già era mattina, Gesù si presentò sulla riva; i discepoli però non sapevano che era Gesù” (v. 4). “Questa era già la terza volta che Gesù si manifestava ai suoi discepoli, dopo esser risuscitato dai morti”. – V. 14.
Il punto che stiamo considerando, comunque, riguarda le sue prime apparizioni.
Abbiamo notato all’inizio che sia in Mr che in Mt la raccomandazione angelica e le stesse parole di Yeshùa indicano un’apparizione “in Galilea”; così dice il testo greco.
Ora, in At 1:4 troviamo una raccomandazione fatta da Yeshùa stesso ai suoi discepoli: “Trovandosi con essi, ordinò loro di non allontanarsi da Gerusalemme”. Si trovavano quindi a Gerusalemme e lì dovevano rimanere. Come spiegare allora la contraddizione tra quest’ordine così preciso e le parole che appiano sia in Mr che in Mt riferire alla Galilea?
Alcuni studiosi hanno attribuito un errore a Marco, e – dato che Matteo seguì Mr – anche in Mt troveremmo lo stesso errore. Questa ipotesi è da respingere perché anche Luca seguì Mr, e in Lc non troviamo questo presunto errore.
Altri studiosi ipotizzano un errore di Luca. Anche questa idea va respinta. Infatti, Luca aveva a disposizione Mr, che seguì. Non avrebbe potuto commettere l’errore di cambiare Mr; e poi, perché proprio e solo qui avrebbe dovuto cambiarlo? Altri studiosi ancora ipotizzano un errore volontario di Luca. Alla fantasia non c’è limite. Ma noi, più realisticamente, ci domandiamo: perché mai avrebbe dovuto farlo?
Cercando una risposta a quella che appare un’evidente contraddizione, ci rivolgiamo al testo greco, alla specifica espressione tradotta “in Galilea”. Eccola:
εἰς τὴν Γαλιλαίαν
èis ten Galilàian
in [moto a luogo] la Galilea
Il termine Γαλιλαίαν è al caso accusativo (qui richiesto da εἰς, èis, “verso”) della parola Γαλιλαία (Galilàia). Questa stessa espressione greca la troviamo in Ez 47:8 presso la LXX: “Queste acque si dirigono verso la regione orientale”, in cui “verso la regione” è nel greco εἰς τὴν Γαλιλαίαν (èis ten Galilàian), guarda caso, la stessa identica espressione di Mr e di Mt. Solo che qui non significa Galilea ma “regione”. Vediamo ora l’originale ebraico che sta dietro la traduzione in greco della LXX: גְּלִילָה (ghelylàh). In Gs 13:2 la troviamo al plurale: גְּלִילֹות (ghelylòt) nella frase tradotta “tutti i distretti [גְּלִילֹות (ghelylòt)] dei Filistei”, resa da TNM: “tutte le regioni dei filistei”.
Ora va considerato che sia Marco che Matteo scrissero in greco ma pensavano in ebraico. Marco era figlio di una gerosolimitana (At 12:12,25) ed era cugino di Barnaba, un levita (At 4:36); Matteo, chiamato anche Levi, era ebreo (Mt 10:3; Mr 2:14). Colpa dei commentatori, quindi, che non sanno capire che “Galilea” significa qui “regione”.
Si consideri ancora il passo di Ez 47:8. Il cap. 47 descrive una visione del profeta Ezechiele in cui si parla di un torrente che sgorga dal Tempio. “Egli mi disse: ‘Hai visto, figlio d’uomo?’ Poi mi ricondusse sulla riva del torrente. Tornato che vi fu, ecco che sulla riva del torrente c’erano moltissimi alberi, da un lato e dall’altro. Egli mi disse: ‘Queste acque si dirigono verso la regione orientale [εἰς τὴν Γαλιλαίαν (èis ten Galilàian), LXX]’” (vv. 6-8). Possiamo localizzare meglio questa regione? Sì. È la zona ad oriente della spianata del Tempio di Gerusalemme. Qui c’era Betania, il villaggio dove Yeshùa era spesso di casa, distante circa tre km da Gerusalemme (Gv 11:18) e che si trovava sul pendio est del Monte degli Ulivi lungo la strada che da Gerico portava a Gerusalemme. – Mr 10:46;11:1; Lc 19:29.
A confermare che la “Galilea” di cui stiamo parlando era questa “regione” nei pressi di Gerusalemme, c’è perfino Tertulliano (2° secolo) che parla di “Galilea, una regione della Giudea”! – Apologeticum.
L’ascensione al cielo di Yeshùa avvenne il 40° giorno dalla sua resurrezione dal Monte degli Ulivi. “Mentre essi guardavano, fu elevato; e una nuvola, accogliendolo, lo sottrasse ai loro sguardi”. – At 1:9.
Le espressioni marciana e mattaica che abbiamo considerato all’inizio (“in Galilea”) si riferiscono quindi non alla Galilea ma a questa regione nei pressi di Gerusalemme – in pieno accordo con Lc – , chiamata nella Bibbia Γαλιλαία (Galilàia).
C’è un’altra domanda che sorge: Quando e da dove avvenne l’ascensione di Yeshùa? Si veda al riguardo il prossimo studio.