Nota: tutte le citazioni bibliche di questo studio – se non altrimenti specificate – sono tratte dalla versione TILC.
“Vigila sui tuoi pensieri: la tua vita dipende da come pensi” (Pr 4:23). La prima parte di questo passo biblico è così tradotta da TNM: “Più di ogni altra cosa che si deve custodire, salvaguarda il tuo cuore”. Per la Bibbia la sede dei pensieri era il cuore (si veda al riguardo lo studio intitolato Lev – Cuore, nella categoria Antropologia biblica della sezione La Bibbia). Traducendo quindi il passo in linguaggio occidentale, abbiamo: “Più di ogni altra cosa che si deve custodire, salvaguarda la tua mente: la tua vita dipende da come pensi”.
Potremmo definirla l’arte di pensare. Sebbene la Sacra Scrittura già lo dicesse circa tremila anni fa, le ricerche psicologiche negli ultimi decenni hanno dimostrato che la nostra vita è il risultato dei nostri pensieri. Il nostro modo di pensare condiziona la nostra esistenza più di quanto le persone se ne rendano conto. Le nostre idee e i nostri pensieri sono sementi che daranno immancabilmente i loro frutti. “’È ciò che esce dall’uomo che lo rende impuro. Infatti dall’intimo, dal cuore dell’uomo escono i pensieri cattivi che portano al male: i peccati sessuali, i furti, gli assassinii, i tradimenti tra marito e moglie, la voglia di avere le cose degli altri, le malizie, gli imbrogli, le oscenità, l’invidia, la maldicenza, la superbia, la stoltezza… Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’uomo e lo fanno diventare impuro”. – Mr 7:20-23.
Alla base della nostra vita si trova il funzionamento della nostra mente ovvero i nostri pensieri. Perché pensiamo? E come pensiamo? Anche gli animali considerati superiori, probabilmente pensano e devono fare una scelta: la loro scelta è però dettata dalle condizioni fisiche e psichiche dell’animale, dall’istinto; non è una scelta ragionata. A differenza dell’animale, l’essere umano può scegliere deliberatamente se iniziare o no un’azione, può ragionare sul risultato delle proprie azioni e prevederne le conseguenze. L’essere umano sa fare delle supposizioni sul futuro delle proprie azioni e può decidere per il meglio, in base alla sua conoscenza delle cose. “La sapienza dell’uomo prudente sta nel riflettere prima d’agire”. – Pr 14:8.
Le nostre esperienze del passato si trovano archiviate nella nostra mente, e questo passato è continuamente presente in noi. Le nostre qualità e i nostri difetti, le azioni e gli impulsi, i desideri e le tentazioni sono il risultato delle nostre esperienze fatte nel passato, specialmente durante la nostra infanzia.
Per vivere bene occorre quindi lasciar passare nella nostra mente soltanto conoscenze degne di far parte di noi stessi e che possano rappresentare una buona base nella formazione del nostro carattere. Il metodo corretto di pensare, quello che salvaguarda la nostra mente, sta tutto in ciò che Paolo ci indica nella Bibbia: “Prendete in considerazione tutto quel che è vero, buono, giusto, puro, degno di essere amato e onorato; quel che viene dalla virtù ed è degno di lode”. – Flp 4:8.
La salute può essere definita come benessere biologico, psicologico e sociale (fonte: Organizzazione Mondiale della Sanità). Se manca uno di questi tre fattori, non c’è la salute piena. Quando Dio creò Adamo, costui era un essere perfetto e aveva tutto quanto gli occorreva per cibarsi: aveva ‘tutte le piante con il proprio seme, tutti gli alberi da frutta con il proprio seme. Così avrebbe avuto il suo cibo’ (Gn 1:29). Il primo fattore, quello biologico, era assicurato. Tuttavia, “Dio, il Signore, disse: ‘Non è bene che l’uomo sia solo. Gli farò un aiuto, adatto a lui’” (Gn 2:18). Così, Dio si preoccupò anche dei due altri aspetti della sua salute, quello psicologico e quello sociale: creò Eva.
Tutti sanno quanto sia importante l’alimentazione per il proprio benessere fisico. Eppure, “non di solo pane vive l’uomo, ma di ogni parola che viene da Dio” (Mt 4:4). Si tratta di cibo spirituale o intellettuale. Il cibo e le bevande si prestano così bene al paragone con il cibarsi e il dissetarsi spiritualmente che a volte viene la tentazione di credere che siano state create addirittura per servire da illustrazione.
I nostri pensieri sono la trama e l’ordito del tessuto della nostra vita. Occorre prestare molta attenzione a come tessiamo e a quali filati usiamo. Alla mistica sposa di Yeshùa “è stato dato da indossare un abito splendente, di lino puro” (Ap 19:8). Il profeta esulta:
“Esulto di gioia con tutta l’anima mia
per quel che il Signore, mio Dio, ha fatto:
mi ha vestito con la sua salvezza,
la sua giustizia mi copre
come un mantello.
Sono felice come uno sposo
quando si mette il turbante di nozze,
come una sposa quando si adorna i gioielli”. – Is 61:10.
Esistono anche filati ottenuti da cascame, da residui di precedenti lavorazioni; ci sono perfino filati di pessima qualità.
Occorre quindi riflettere sui nemici del sano modo di pensare, su quelle circostanze che possono allentare la protezione dell’attenzione che vigila all’entrata della nostra mente. La ricerca psicologica ha evidenziato che quando una persona è stanca, tesa o nervosa, la sua mente accoglie più facilmente le immagini, i pensieri e le idee. Siccome ciò accade senza riflessione o controllo, tutto ciò verrà a far parte, inconsapevolmente, del bagaglio mentale della persona.
Una persona è il risultato di ciò che pensa. L’unica salvaguardia per lo spirito è il potere esaltante dei pensieri puri. La capacità di controllo si rafforza esercitandola; la ripetizione costante di pensieri positivi e le buone azioni diventano così abitudini. E le abitudini formano il carattere.
Un altro nemico del pensare in modo sano è che la nostra mente può essere influenzata da pregiudizi. Ciò non ci permette di soppesare in giusta misura le varie circostanze: vi diamo poco peso oppure troppo. Non si dovrebbe mai permettere che le circostanze ci limitino o ci condizionino. Chi ha un pregiudizio ben difficilmente rinuncia alla sua idea o punto di vista. Questo succede perché spesso la persona non ha abbastanza informazioni che possano fornirle un giudizio adeguato. Dio può concedere “una misura buona, pigiata, scossa e traboccante” (Lc 6:38), ma come si può accoglierla se si è già pieni si sé e se si trabocca delle proprie idee?
La nostra formazione spirituale ci porterà a essere “partecipi della natura di Dio” (2Pt 1:4). La nostra formazione spirituale è il lavoro dello spirito santo di Dio. Con la volontà che mettiamo nella nostra disciplina, noi apriamo la nostra vita a Dio: è lui che ci trasforma e rende salda la nostra mente. “Non adattatevi alla mentalità di questo mondo, ma lasciatevi trasformare da Dio con un completo mutamento della vostra mente. Sarete così capaci di comprendere qual è la volontà di Dio, vale a dire quel che è buono, a lui gradito, perfetto”. – Rm 12:2.
Dice Paolo: “La vostra vera vita è nascosta con Cristo in Dio” (Col 3:3). Paolo conosceva il segreto di questa vita di comunione con Yeshùa, tanto che poté dire: “Non son più io che vivo: è Cristo che vive in me. La vita che ora vivo in questo mondo la vivo per la fede nel Figlio di Dio”. – Gal 2:20.
Entrando in comunione con Yeshùa si entra nel regno della pace. È una serenità duratura, un vero riposo per lo spirito: “Venite con me, tutti voi che siete stanchi e oppressi: io vi farò riposare. Accogliete le mie parole e lasciatevi istruire da me. Io non tratto nessuno con violenza e sono buono con tutti. Voi troverete la pace,perché quel che vi comando è per il vostro bene, quel che vi do da portare è un peso leggero”. – Mt 11:28,29.
Nonostante il nostro desiderio di accogliere Yeshùa nella nostra mente in modo che lui possa guidare i nostri pensieri, a volte può capitare che altri pensieri, non sempre coerenti con la parola di Dio, entrino in noi. Certe volte, pur essendo consapevoli che quello che vediamo, quello che sentiamo, quello che pensiamo non sia in perfetta armonia con la Scrittura, facciamo quasi finta di niente oppure cerchiamo di trovare delle scusanti, senza preoccuparci che anche questo modo di pensare entrerà a far parte del nostro bagaglio mentale.
Saper scegliere e saper discernere quello che è meglio per se stessi, sapere evitare tutte le situazioni o i fattori che ci fanno vivere in una condizione di tensione, saper evitare di formulare pregiudizi prima di avere i dati necessari per un giudizio obbiettivo, permetterà di mantenere una mente sana.
“Il cuore [ovvero la mente] dell’uomo inganna più di ogni altra cosa: è incorreggibile” (Ger 17:9). “Seguire l’istinto egoistico conduce alla morte, seguire lo Spirito conduce alla vita e alla pace” (Rm 8:6). Perciò:
“Più di ogni altra cosa che si deve custodire, salvaguarda la tua mente: la tua vita dipende da come pensi”.
– Pr 4:23, Dia.