Precisando che uno studio speciale è richiesto per l’analisi del genere letterario storico, possiamo ora qui ricordare le seguenti categorie letterarie della Sacra Scrittura:
- Testi legislativi
- Libri poetici
- Libri profetici
- Libri sapienziali
- Libri apocalittici
- Midràsh
- Miti
- Vangeli
Negli studi seguenti esamineremo ciascuna di queste categorie.
La verità nei generi letterari
È questo uno studio che non si è ancora attuato bene, giacché si trova solo ai suoi inizi. Bastino le seguenti norme generali:
Ogni genere letterario ha la sua verità propria. Una è la verità del genere storico e un’altra quella della parabola. Nel primo caso è garantito il fatto, nel secondo solo l’insegnamento, mentre il fatto è una finzione, un’invenzione dell’autore. Non si confonda però fittizio con falso. Fittizia è una parabola, falso un dato presentato come storico, ma che in realtà non è tale. È fittizia la parabola di Natan, anche se erroneamente Davide la prese alla lettera, ma non era falsa perché aveva l’intento di mostrare la colpevolezza del re nei riguardi di Uria:
“Il Signore mandò Natan da Davide e Natan andò da lui e gli disse: «C’erano due uomini nella stessa città; uno ricco e l’altro povero. Il ricco aveva pecore e buoi in grandissimo numero; ma il povero non aveva nulla, se non una piccola agnellina che egli aveva comprata e allevata; gli era cresciuta in casa insieme ai figli, mangiando il pane di lui, bevendo alla sua coppa e dormendo sul suo seno. Essa era per lui come una figlia. Un giorno arrivò un viaggiatore a casa dell’uomo ricco. Questi, risparmiando le sue pecore e i suoi buoi, non ne prese per preparare un pasto al viaggiatore che era capitato da lui; prese invece l’agnellina dell’uomo povero e la cucinò per colui che gli era venuto in casa». Davide si adirò moltissimo contro quell’uomo e disse a Natan: «Com’è vero che il Signore vive, colui che ha fatto questo merita la morte; e pagherà quattro volte il valore dell’agnellina, per aver fatto una cosa simile e non aver avuto pietà». Allora Natan disse a Davide: «Tu sei quell’uomo! Così dice il Signore, il Dio d’Israele: Io ti ho unto re d’Israele e ti ho liberato dalle mani di Saul, ti ho dato la casa del tuo signore e ho messo nelle tue braccia le donne del tuo signore; ti ho dato la casa d’Israele e di Giuda e, se questo era troppo poco, vi avrei aggiunto anche dell’altro. Perché dunque hai disprezzato la parola del Signore, facendo ciò che è male ai suoi occhi? Tu hai fatto uccidere Uria, l’Ittita, hai preso per te sua moglie e hai ucciso lui con la spada dei figli di Ammon. Ora dunque la spada non si allontanerà mai dalla tua casa, perché tu mi hai disprezzato e hai preso per te la moglie di Uria, l’Ittita. Così dice il Signore: Ecco, io farò venire addosso a te delle sciagure dall’interno della tua stessa casa; prenderò le tue mogli sotto i tuoi occhi per darle a un altro, che si unirà a loro alla luce di questo sole; poiché tu lo hai fatto in segreto; ma io farò questo davanti a tutto Israele e in faccia al sole»”. – 2Sam 12:1-7.
Fu fittizia la narrazione presentata dalla donna di Tecoa, in cui si parla del figlio ricercato a morte per aver ucciso il fratello, ma era vera perché voleva indurre Davide a perdonare Absalom:
“La donna di Tecoa andò dunque a parlare al re, si gettò con la faccia a terra, si prostrò e disse: «O re, aiutami!». Il re le disse: «Che hai?». Lei rispose: «Purtroppo io sono una vedova. Mio marito è morto. La tua serva aveva due figli, i quali litigarono in campagna e vennero alle mani; siccome non c’era nessuno che li separasse, uno colpì l’altro, e l’uccise. Ora tutta la famiglia è insorta contro la tua serva, dicendo: Consegnaci l’omicida, affinché lo facciamo morire per vendicare il fratello che egli ha ucciso; così toglieremo di mezzo anche l’erede. In questo modo spegneranno il tizzone che mi è rimasto e non lasceranno a mio marito né nome né discendenza sulla terra». Il re disse alla donna: «Va’ a casa tua; io darò degli ordini a tuo riguardo». La donna di Tecoa disse al re: «O re mio signore, la colpa cada su di me e sulla casa di mio padre, ma il re e il suo trono non ne siano responsabili». Replicò il re: «Se qualcuno parla contro di te, conducilo da me, e vedrai che non ti toccherà più». Allora lei disse: «Ti prego, invochi il re come testimone il Signore, il tuo Dio, perché il vendicatore del sangue non aumenti la rovina e non mi uccidano il figlio». Egli rispose: «Com’è vero che il Signore vive, non cadrà a terra un capello di tuo figlio». Allora la donna disse: «Ti prego, lascia che la tua serva dica ancora una parola al re, mio signore!». Egli rispose: «Parla». La donna riprese: «Perché pensi così contro il popolo di Dio? Dalla parola che il re ha ora pronunziata risulta che egli è in un certo modo colpevole, in quanto non richiama colui che ha messo al bando. Noi dobbiamo morire e siamo come acqua versata in terra che non si può più raccogliere; ma Dio non toglie la vita, anzi desidera che il fuggitivo non rimanga bandito lontano da lui. Ora, se io sono venuta a parlare così al re mio signore, è perché il popolo mi ha fatto paura e la tua serva ha detto: Voglio parlare al re; forse il re farà quello che gli dirà la sua serva; il re ascolterà la sua serva e la libererà dalle mani di quelli che vogliono sterminare me e mio figlio dall’eredità di Dio. La tua serva diceva: Possa la parola del re, mio signore, darmi tranquillità! Infatti il re, mio signore, è come un angelo di Dio per discernere il bene dal male. Il Signore, il tuo Dio, sia con te»”. – 2Sam 14:4-17.
Era fittizia l’allegoria della vigna, cantata da Isaia, ma era vera perché voleva inculcare la resistenza del popolo ebraico alle benedizioni divine. – Is 5:1 e sgg..
I generi letterari non si possono inventare a priori. Non possiamo inventare a priori i generi letterari per eludere le difficoltà bibliche, ma devono essere stabiliti mediante il confronto con le antiche letterature orientali. Solo così si potrà evitare l’elemento soggettivo e si potrà camminare su un terreno più sicuro. È utile a tale scopo l’opera del Pritchard che è una vera miniera di antichi testi orientali, paragonabili a quelli biblici. – Ancient Near East Texts (ANET), Princeton, 1950.
Libertà di giudizio in assenza di una certezza oggettiva. Talora sarà difficile determinare il genere letterario, poiché su certi punti non si è ancora raggiunta la certezza se il racconto sia parabolico o storico. È il caso di Giona e di Ester che alcuni ritengono una parabola il primo e una storia romanzata (midràsh) il secondo. In tal caso dobbiamo stare cauti, non respingerne la storicità per paura del miracolo e dello straordinario (Dio può tutto), ma valutarne meglio il contenuto. In tale modo si potrà gradatamente eliminare sempre più l’elemento soggettivo e raggiungere la certezza definitiva. Finché questa non è stata ancora raggiunta si lasci la libertà agli esegeti di seguire la via che ciascuno crede migliore come, ad esempio nel caso di Giona (storia per gli uni, parabola per gli altri). Identica anche la situazione per Daniele, che per alcuni è un libro profetico (con racconti storici), mentre per altri è un libro apocalittico con racconti deliberatamente abbelliti o creati dalla fantasia per un intento consolatorio. Stiamo quindi attenti a non accusare di eresia chi la pensa diversamente da noi. Si continui a studiare sempre di più il problema, fino a che la verità brillerà in tutto il suo fulgore e si potrà capire, senza possibilità di dubbi, l’intento dell’agiografo (scrittore sacro) nel comporre il suo scritto che rimane sempre ispirato.