Molti che leggono la Bibbia sanno che gli ebrei persero la loro indipendenza e furono fatti schiavi e portati in esilio da nazioni straniere e pagane. Pochi, davvero pochi, però sanno che nell’abbandono di Dio e nella loro conseguente punizione attraverso la prigionia era implicata la loro colpa di non aver osservato il sabato.
Dopo che la nazione ebraica si era divisa in due regni separati, il Regno di Israele fu invaso dagli assiri nell’8° secolo a. E. V. e gli israeliti furono poi deportati. La stessa sorte toccò più avanti al Regno di Giuda, invaso dai babilonesi; anche i giudei furono deportati. Tutti e due i regni ovvero tutti gli ebrei furono in tal modo puniti per aver violato il sabato di Dio.
- Regno di Giuda. Dopo la fine della loro prigionia a Babilonia, a molti giudei fu concesso di rientrare nella loro patria per riedificare il Tempio di Gerusalemme, che i babilonesi avevano distrutto. Fu in quella occasione che il profeta Neemia spiegò esattamente perché i giudei erano stati fatti prigionieri, dicendo: “Rimproverai i notabili di Giuda, e dissi loro: ‘Che significa questa cattiva azione che fate, profanando il giorno del sabato? I nostri padri non fecero proprio così? Il nostro Dio fece, per questo, piombare su di noi e su questa città [Gerusalemme] tutti questi mali. E voi accrescete l’ira ardente contro Israele, profanando il sabato!””. – Nee 13:17,18.
Ecco spiegata la ragione principale per cui Dio aveva abbandonato il suo popolo lasciandolo in balia dei babilonesi che lo resero prigioniero: avevano violato il sabato di Dio. Eppure, il Regno di Giuda era stato ammonito al riguardo: “Così parla il Signore: ‘Per amore della vostra stessa vita, guardatevi dal portare nessun carico e dal farlo passare per le porte di Gerusalemme, in giorno di sabato; non tirate fuori dalle vostre case nessun carico e non fate nessun lavoro in giorno di sabato; ma santificate il giorno del sabato, come io comandai ai vostri padri. Essi, però, non diedero ascolto . . . Se voi mi ascoltate attentamente, dice il Signore . . . santificate il giorno del sabato e non fate in esso nessun lavoro. Ma, se non mi date ascolto e non santificate il giorno del sabato . . . io accenderò un fuoco alle porte della città, ed esso divorerà i palazzi di Gerusalemme, e non si estinguerà’ [cosa che avvenne nel 587 a. E. V. quando i babilonesi distrussero Gerusalemme; cfr. Ger 52:12,13]”. – Ger 17:21-27, passim.
- Regno di Israele. Prima della disfatta del Regno di Giuda, era toccato – circa un secolo prima – al Regno di Israele essere punito per la violazione del sabato. Gli israeliti conoscevano bene i comandi di Dio: “Osserverete i miei sabati . . . Se vi comportate secondo le mie leggi, se osservate i miei comandamenti e li mettete in pratica . . . Io farò sì che la pace regni nel paese . . . Ma se non mi date ascolto e se non mettete in pratica tutti questi comandamenti . . . Volgerò la mia faccia contro di voi e voi sarete sconfitti dai vostri nemici . . . E se, nonostante questi castighi, non volete correggervi per tornare a me, ma con la vostra condotta mi resisterete, anche io vi resisterò . . . Ridurrò le vostre città a deserti il vostro paese sarà desolato e le vostre città saranno deserte”. – Lv 26:2-33, passim.