Al di là del fatto che l’osservanza del sabato fa parte del Decalogo, essendone il quarto Comandamento (Es 20:8-11), lo shabàt fu scelto da Dio come segno tra lui e il suo popolo.

“Il Signore parlò ancora a Mosè e disse: ‘Quanto a te, parla ai figli d’Israele e di’ loro: Badate bene di osservare i miei sabati, perché il sabato è un segno tra me e voi per tutte le vostre generazioni, affinché conosciate che io sono il Signore che vi santifica. Osserverete dunque il sabato perché è un giorno santo per voi . . . Esso è un segno perenne tra me e i figli d’Israele’”. – Es 31:12-14,17.

   “Santificate i miei sabati e siano essi un segno fra me e voi, dal quale si conosca che io sono il Signore, il vostro Dio”. – Ez 20:20; cfr. vv. 11,12.

   Ci sono quindi due aspetti del sabato:

  1. L’osservanza del sabato è un Comandamento di Dio.
  2. L’osservanza del sabato è un segno di appartenenza al popolo di Dio.

   Coloro che erroneamente ritengono abolita l’osservanza sabatica, si appellano al fatto che il comando di tale osservanza riguardava solo Israele. E in questa valutazione non tengono conto di una questione semplicemente logica. Ci riferiamo al fatto che tra i primi discepoli di Yeshùa c’erano molti giudei. Ora, giacché questi giudei erano vincolati al sabato quale ‘segno tra Dio e loro per tutte le generazioni’, se la sua osservanza fosse stata abolita, si sarebbero avute necessariamente due classi di discepoli: una osservante il sabato e l’altra no. Il che è escluso non solo dalla logica, ma dalla storia. Piuttosto, proprio il fatto che il sabato era segno vincolante tra Dio e il suo popolo, porta alla logica conseguenza che i pagani convertiti che entravano a far parte del popolo di Dio tramite la loro fede in Yeshùa, dovessero pure essere vincolati al sabato come a tutti gli altri Comandamenti. L’osservanza del sabato rimane il quarto Comandamento e la sua osservanza è richiesta da Dio.

   In Ap 14:12 si legge: “Qui è la costanza dei santi che osservano i comandamenti di Dio e la fede in Gesù”. Secondo questo passo ispirato la costanza dei santi consiste proprio nell’osservanza dei Comandamenti di Dio unitamente alla fede in Yeshùa. E tra i Comandamenti vi è il quarto che comanda l’osservanza del sabato.

   L’apostolo Paolo pone l’accento spesso sul fatto che i discepoli di Yeshùa formano l’Israele spirituale.

“Su quanti cammineranno secondo questa regola siano pace e misericordia, e così siano sull’Israele di Dio”. – Gal 6:16; cfr. Mt 3:9; Os 2:23; Rm 2:28,29;9:6,22-25.

   Tutti i discepoli di Yeshùa, quale Israele di Dio, sono quindi tenuti a osservare il sabato.

   Lo studioso Paulo Nouan osserva: “Noi abbiamo la convinzione che il precetto del Sabato fu scelto di proposito, come segno di obbedienza, precisamente perché Dio sapeva che la maggioranza degli uomini giudicava questa istituzione così insignificante quanto antiquata. In questo ordine di idee, il quinto comandamento [“Onora tuo padre e tua madre”] avrebbe avuto difficilmente valore di test. Più di un adolescente perfettamente religioso onora suo padre semplicemente perché l’ama; numerose persone non credenti rispettano la vita (sesto comandamento) o il bene altrui (ottavo comandamento) per dei motivi umanitari, o per paura delle sanzioni giudiziarie. La stessa obiezione può essere fatta per il settimo: non commettere adulterio; il miscredente può restare fedele al proprio coniuge perché l’ama realmente o spera di preservare la stabilità del suo focolare, ma niente affatto per ubbidire a Dio. Nessuno di questi aspetti della vita morale poteva servire per test. Invece, la natura stessa del quarto comandamento faceva d’esso una pietra di paragone per la fedeltà a Dio, perché esso è contemporaneamente discutibile e indiscutibile. Da una parte, da un punto di vista umano, il precetto sabatico è in effetti discutibile poiché nulla distingue oggettivamente il settimo giorno dagli altri; si può dunque apparentemente riposarsi e adorare Dio in qualunque giorno della settimana. D’altra parte, in quanto che comandamento di Dio, esso è moralmente indiscutibile ed assoluto”. – S. Bachiocchi, Riposo divino per l’inquietudine umana, Edizioni ADV, Impruneta-Firenze. 1983, pag. 216.

   Nella stessa linea di pensiero, lo studioso Alain Georges Martin scrive: “Per scoprire quale peccato l’uomo commette non osservando il Sabato, cominciamo a chiederci perché bisogna osservarlo. In effetti non si trova nessuna spiegazione. Dio chiede d’osservarlo, ed è la sola ragione”. – S. Bachiocchi, Ibidem, pag. 283.

   A ben pensarci, per tutti gli altri Comandamenti è facile trovare delle motivazioni:

I Dieci Comandamenti

Es 20:2-17 (sintesi)

Motivazione

1

“Non avere altri dèi oltre a me.

Legata al vero culto

2

Non farti scultura, né immagine . .  Non ti prostrare davanti a loro e non li servire.

Legata al vero culto

3

Non pronunciare il nome del Signore, Dio tuo, invano.

Legata al vero culto

4

Ricòrdati del giorno del riposo per santificarlo.

?

5

Onora tuo padre e tua madre.

Etica

6

Non uccidere.

Etica

7

Non commettere adulterio.

Etica

8

Non rubare.

Etica

9

Non attestare il falso contro il tuo prossimo.

Etica

10

Non concupire la casa del tuo prossimo; non desiderare la moglie del tuo prossimo.

Etica

   Le motivazioni di carattere sociale non bastano a spiegare il comando di osservare il sabato. In realtà, la motivazione vera è che si tratta di un segno di fedeltà e di ubbidienza a Dio da parte del credente nei confronti del suo Creatore che l’ha istituito.

Il sabato è solo per gli ebrei?

   Nel loro tentativo di giustificarsi perché infrangono il quarto Comandamento, molti cosiddetti cristiani vorrebbero sostenere che l’osservanza del sabato riguardava solo gli ebrei. La Bibbia li smentisce.

   Non solo gli ebrei ma anche gli stranieri furono chiamati a osservare il sabato: “Rispettate il diritto e fate ciò che è giusto . . . Beato l’uomo che fa così, che osserva il sabato astenendosi dal profanarlo . . . Lo straniero che si è unito al Signore non dica: ‘Certo, il Signore mi escluderà dal suo popolo!’. Né dica l’eunuco: ‘Ecco, io sono un albero secco!’. Infatti così parla il Signore circa gli eunuchi che osserveranno i miei sabati, che sceglieranno ciò che a me piace e si atterranno al mio patto: ‘Io darò loro, nella mia casa e dentro le mie mura, un posto e un nome, che avranno più valore di figli e di figlie; darò loro un nome eterno, che non perirà più. Anche gli stranieri che si saranno uniti al Signore per servirlo . . . tutti quelli che osserveranno il sabato astenendosi dal profanarlo e si atterranno al mio patto, io li condurrò sul mio monte santo e li rallegrerò nella mia casa di preghiera . . . perché la mia casa sarà chiamata una casa di preghiera per tutti i popoli’. Il Signore, Dio, che raccoglie gli esuli d’Israele, dice: ‘Io ne raccoglierò intorno a lui anche degli altri, oltre a quelli dei suoi che sono già raccolti’”. – 56:1-8, passim.

   Il passo biblico precedente dice tutta l’importanza che Dio attribuisce all’osservanza del sabato, e dice anche come il sabato, nell’intenzione di Dio, è per tutta l’umanità. Dio lo creò e lo rese santo ancor prima di creare gli esseri umani. – Gn 2:2.

   “Rimane dunque un riposo sabatico per il popolo di Dio”. – Eb 4:9.