Non è semplice presentare un’analisi esauriente della dottrina profetica. Per integrare le considerazioni fatte in questo studio, ci si può riferire alle introduzioni che precedono i singoli libri dei profeti in molte versioni della Bibbia.

Dio

   Coloro che per primi inaugurano una vera teologia della storia sono proprio i profeti, presentando l’ineluttabilità della catastrofe nazionale che solo l’intervento miracoloso di Dio potrebbe evitare. La scena che oppone Geremia ad Anania è tipica:

“Anania . . . profeta . . . mi parlò nella casa del Signore . . . dicendo:‘Così parla il Signore degli eserciti, Dio d’Israele: Io spezzo il giogo del re di Babilonia. Entro due anni io farò tornare in questo luogo tutti gli arredi della casa del Signore, che Nabucodonosor, re di Babilonia, ha tolti da questo luogo e ha portati a Babilonia; ricondurrò in questo luogo, dice il Signore, ‘Ieconia, figlio di Ioiachim, re di Giuda, e tutti quelli di Giuda che sono deportati a Babilonia; perché spezzerò il giogo del re di Babilonia’.

   Il profeta Geremia rispose al profeta Anania in presenza dei sacerdoti e in presenza di tutto il popolo che si trovava nella casa del Signore. Il profeta Geremia disse: ‘Amen! Così faccia il Signore! Il Signore mandi ad effetto ciò che tu hai profetizzato, faccia tornare da Babilonia in questo luogo gli arredi della casa del Signore e tutti quelli che sono stati condotti in esilio! Però, ascolta ora questa parola che io pronunzio in presenza tua e in presenza di tutto il popolo. I profeti che apparvero prima di me e prima di te, fin dai tempi antichi, profetarono contro molti paesi e contro grandi regni la guerra, la fame, la peste. Quanto al profeta che profetizza la pace, una volta che si sarà adempiuta la sua parola, egli sarà riconosciuto come uno veramente inviato dal Signore’.

   Allora il profeta Anania prese il giogo dal collo del profeta Geremia e lo spezzò. Anania parlò in presenza di tutto il popolo, e disse: ‘Così parla il Signore: ‘In questo modo io spezzerò il giogo di Nabucodonosor, re di Babilonia, togliendolo dal collo di tutte le nazioni, entro lo spazio di due anni’.

   Il profeta Geremia se ne andò. Allora la parola del Signore fu rivolta a Geremia, dopo che il profeta Anania ebbe spezzato il giogo togliendolo dal collo del profeta Geremia, e disse: ‘Va’, e di’ ad Anania: Così parla il Signore: Tu hai spezzato un giogo di legno, ma hai fatto, invece di quello, un giogo di ferro. Infatti così parla il Signore degli eserciti, Dio d’Israele: Io metto un giogo di ferro sul collo di tutte queste nazioni perché siano sottomesse a Nabucodonosor, re di Babilonia; ed esse gli saranno soggette; e gli do pure gli animali della campagna’.

   Il profeta Geremia disse al profeta Anania: ‘Ascolta, Anania! Il Signore non ti ha mandato e tu hai spinto questo popolo a confidare nella menzogna. Perciò, così parla il Signore: Ecco, io ti caccio dalla faccia della terra; quest’anno morirai, perché hai parlato di ribellione contro il Signore’.

   Il profeta Anania morì quello stesso anno, nel settimo mese”. – Ger 28. passim.

   Isaia denuncia la mentalità dei militari che alla vigilia della morte si abbandonano alla gioia: “Ecco che tutto è gioia, tutto è festa! Si ammazzano buoi, si scannano pecore, si mangia carne, si beve vino. ‘Mangiamo e beviamo, poiché domani morremo!’. Ma il Signore degli eserciti me l’ha rivelato chiaramente: ‘No, questa iniquità non la potrete espiare che con la vostra morte’, dice il Signore, Dio degli eserciti”. – Is 22:13,14.

   Geremia vuole impedire che Gerusalemme sia difesa contro la Babilonia: “Così parla il Signore: ‘Ecco, io pongo davanti a voi la via della vita e la via della morte. Colui che rimarrà in questa città morirà di spada, di fame o di peste; ma chi ne uscirà per arrendersi ai Caldei che vi assediano vivrà, e avrà la vita come suo bottino’”. – Ger 21:8,9.

   I profeti potrebbero apparire così dei disfattisti politici, ma quello che compirono lo fecero per una visione più alta della storia. Essi vedono che Dio domina tutti i popoli, per cui è su Dio che ci si deve appoggiare.

“Le nazioni sono come una goccia che cade da un secchio, come la polvere minuta delle bilance; ecco, le isole sono come pulviscolo che vola. Il Libano non basterebbe a procurare il fuoco e i suoi animali non basterebbero per l’olocausto. Tutte le nazioni sono come nulla davanti a lui; egli le valuta meno che nulla, una vanità”. – Is 40:15-17.

“Egli ha fatto le Pleiadi e Orione, cambia in aurora l’ombra di morte, e il giorno in notte oscura; chiama le acque del mare e le riversa sulla faccia della terra: il suo nome è il Signore. Egli fa sorgere improvvisa la rovina sui potenti, e la rovina piomba sulle fortezze”. – Am 5:8,9.

“’I miei prìncipi non sono forse tanti re? Forse Calno non è come Carchemis? O Camat come Arpad? O Samaria come Damasco? Come la mia mano è giunta a colpire i regni degli idoli dove le immagini erano più numerose che a Gerusalemme e a Samaria, non posso io forse, come ho fatto a Samaria e ai suoi idoli, fare anche a Gerusalemme e alle sue statue?’. Ma quando il Signore avrà compiuto tutta la sua opera sul monte Sion e a Gerusalemme, ‘io’, dice il Signore, ‘punirò il re d’Assiria per il frutto della superbia del suo cuore e dell’arroganza dei suoi sguardi alteri. Infatti egli dice: «Io l’ho fatto grazie alla forza della mia mano e alla mia saggezza, perché sono intelligente; ho rimosso i confini dei popoli, ho saccheggiato i loro tesori; e, potente come sono, ho detronizzato dei re. La mia mano ha trovato, come un nido, le ricchezze dei popoli; e come uno raccoglie delle uova abbandonate, così io ho raccolto tutta la terra; e nessuno ha mosso l’ala o aperto il becco o mandato un grido»’. La scure si vanta forse contro colui che la maneggia? La sega si inorgoglisce forse contro colui che la muove? Come se la verga facesse muovere colui che l’alza, come se il bastone alzasse colui che non è di legno!”. – Is 10:8-15.

Legge e alleanza

   Oggi dominano due idee in merito al rapporto dei profeti con la Legge e l’alleanza.

  1. Una scuola sostiene che i profeti si siano spiritualmente nutriti all’ombra della Toràh (Legge), appoggiandosi sulla fede nazionale e sulla devozione popolare.
  2. Un’altra scuola, al contrario, separa la testimonianza profetica dalla storia israelitica precedente e pone l’enfasi sulla novità del messaggio profetico.

   Sembra che la prima idea sia più corrispondente alla realtà: i profeti erano, in verità, i guardiani dell’alleanza sinaitica, e questa costituisce il centro del loro pensiero. Dei profeti si può ripetere ciò che Dio disse a Geremia: “Io ti stabilisco come una città fortificata, come una colonna di ferro e come un muro di bronzo” (Ger 1:18). Grazie a questo “muro di bronzo” fu salvato ciò che vi era di più nobile in Israele: la fede in Yhvh, l’alleanza tra Dio e il suo popolo. Fu questa alleanza che permise ad Israele di sussistere nonostante la distruzione di Gerusalemme e il dissolvimento dell’unità nazionale.

   Con i profeti, l’alleanza si arricchisce e si spiritualizza, diviene una legge per tutta l’umanità, in cui Israele è sempre il primogenito:

“Così dice il Signore: Israele è mio figlio, il mio primogenito”. – Es 4:22.

“Mi sarete un regno di sacerdoti, una nazione santa”. – Es 9:16.

   In quello che – da un certo punto di vista – potrebbe essere definito un elemento razziale, nei profeti si nota un regresso. Israele non deve gloriarsi troppo della sua elezione, adagiandosi e divenendo disubbidiente. Israele può divenire lo amì (לֹא עַמִּי), “non mio popolo” (Os 1:9). Per Isaia, potrà sussistere solo un rimanente purificato: “Ascoltate questo, casa di Giacobbe, voi che siete chiamati con il nome d’Israele e che siete usciti dalla sorgente di Giuda […] per amor della mia gloria io mi freno per non sterminarti […]. Se tu fossi stato attento ai miei comandamenti […] la tua discendenza sarebbe come la sabbia” (Is 48:1,9,18,19); “E il resto della casa di Giuda che sarà scampato metterà ancora radici in basso, e porterà frutto in alto”. – 37:31.

“’In quel giorno, la gloria di Giacobbe sarà diminuita e il grasso del suo corpo dimagrirà. Avverrà come quando il mietitore raccoglie il grano e con il braccio falcia le spighe; avverrà come quando si raccolgon le spighe nella valle di Refaim. Vi rimarrà qualcosa da spigolare, come quando si scuote l’olivo, restano due o tre olive nelle cime più alte, quattro o cinque nei rami più carichi’, dice il Signore, Dio d’Israele”. – Is 17:4-6.

   Ma quel resto di Israele sarà ancora il popolo di Dio e tutte le nazioni dovranno rivolgersi a Gerusalemme:

“Avverrà, negli ultimi giorni,

che il monte della casa del Signore

si ergerà sulla vetta dei monti,

e sarà elevato al di sopra dei colli;

e tutte le nazioni affluiranno a esso.

Molti popoli vi accorreranno, e diranno:

‘Venite, saliamo al monte del Signore,

alla casa del Dio di Giacobbe;

egli ci insegnerà le sue vie,

e noi cammineremo per i suoi sentieri’.

Da Sion, infatti, uscirà la legge,

e da Gerusalemme la parola del Signore.

Egli giudicherà tra nazione e nazione

e sarà l’arbitro fra molti popoli;

ed essi trasformeranno le loro spade in vomeri d’aratro,

e le loro lance, in falci;

una nazione non alzerà più la spada contro un’altra,

e non impareranno più la guerra”. – Is 2:2-4.

   Per i profeti il legame con Dio non è più esclusivamente il Tempio. Per Ezechiele, Dio si trova anche lì a Babilonia: “La parola del Signore fu rivolta al sacerdote Ezechiele, figlio di Buzi, nel paese dei Caldei, presso il fiume Chebar; in quel luogo la mano del Signore fu sopra di lui. Io guardai, ed ecco venire dal settentrione un vento tempestoso, una grossa nuvola con un fuoco folgorante e uno splendore intorno a essa”. – Ez 1:3,4.

   Per i profeti nell’alleanza tra Dio e il suo popolo domina l’amore. Il simbolismo matrimoniale indica l’unione mistica tra Dio e Israele. I profeti Osea, Deutero-Isaia, Geremia ed Ezechiele offrono spunti meravigliosi. Dio è fedele anche contro l’infedeltà della nazione. La missione principale dei profeti fu di mantenere viva la coscienza che la storia degli ebrei era guidata da Dio che si preoccupava del loro destino.

   I profeti sono degli innovatori perché dicono in anteprima una nuova alleanza interiore.

“’In quel tempo’, dice il Signore, ‘io sarò il Dio di tutte le famiglie d’Israele, ed esse saranno il mio popolo […]. Sì, io ti amo di un amore eterno […]. Io ti ricostruirò, e tu sarai ricostruita, vergine d’Israele! […]’. Infatti così parla il Signore: ‘Innalzate canti di gioia per Giacobbe, prorompete in grida, per il capo delle nazioni; fate udire le vostre lodi, e dite: Signore, salva il tuo popolo, il residuo d’Israele!’ […]. Voi nazioni, ascoltate la parola del Signore, e proclamatela alle isole lontane; dite: Colui che ha disperso Israele lo raccoglie, lo custodisce come fa il pastore con il suo gregge. […] ‘Efraim è dunque per me un figlio così caro? un figlio prediletto? Da quando io parlo contro di lui, è più vivo e continuo il ricordo che ne ho; perciò le mie viscere si commuovono per lui, e io certo ne avrò pietà’, dice il Signore. […] ‘Ecco, i giorni vengono’, dice il Signore, ‘in cui io farò un nuovo patto con la casa d’Israele e con la casa di Giuda […]. Questo è il patto che farò con la casa d’Israele, dopo quei giorni’, dice il Signore: ‘io metterò la mia legge nell’intimo loro, la scriverò sul loro cuore, e io sarò loro Dio, ed essi saranno mio popolo’”. – Ger 31, passim.

   I profeti non crearono idee nuove circa la fede precedente: l’alleanza e la Legge rimangono, saranno spiritualizzate e rimarranno.

   I profeti furono dei carismatici che tutto vedevano alla luce di un’esperienza personale della misericordia divina.

   I profeti attaccarono in modo particolare il peccato collettivo del popolo, accentuandone il carattere politico e comunitario, specie in materia di giustizia sociale. Con Ezechiele, tuttavia, è maggiormente sottolineata la responsabilità individuale.

Peccato

   I profeti hanno una speciale sensibilità per il peccato: sembra che tutto vada in rovina perché dei palestinesi usano bilance false, perché alcuni offrono focacce alla “regina del cielo”! – Ger 7:18.

“Ascoltate questo, voi che vorreste divorare il povero e distruggere gli umili del paese; voi che dite: ‘Quando finirà il novilunio, perché possiamo vendere il grano? Quando finirà il sabato, perché possiamo aprire i granai, diminuire l’efa, aumentare il siclo e usare bilance false per frodare, per comprare con denaro i poveri, e l’indigente se deve un paio di sandali? E venderemo perfino lo scarto del grano!’. Il Signore lo ha giurato per colui che è la gloria di Giacobbe: ‘Non dimenticherò mai nessuna delle vostre opere. Il paese non tremerà forse per questo motivo? Ogni suo abitante non sarà forse in lutto? Il paese si solleverà tutto quanto come il fiume, ondeggerà e si abbasserà come il fiume d’Egitto”. – Am 8:4-8.

   Ciò che per noi, assistendo indifferenti alle ingiustizie sociali – anche oggi -, è solo un singolo episodio, per i profeti era una catastrofe nazionale. Noi guardiamo e voltiamo lo sguardo altrove, dimenticando subito, così che la nostra coscienza taccia. I profeti, al contrario, si scandalizzano e non temono di turbare la tranquillità, anzi la vogliono turbare. “Bevono il vino in ampie coppe e si ungono con gli oli più pregiati, ma non si addolorano per la rovina di Giuseppe” (Am 6:6). Le conseguenze saranno catastrofiche: “Perciò ora andranno in esilio alla testa dei deportati e cesseranno le feste di questa combriccola”. – V. 7.

   I profeti vedono il male con occhio divino, non con l’incoscienza umana. Gli antichi filosofi vedevano la futilità dei problemi umani: per loro era importante lo studio, l’indagine del pensiero e delle idee. Per Platone solamente una dura necessità ci obbliga a guardare alle necessità umane (Platone, Leggi 8,805). Gli dèi pagani non s’interessavano delle piccole cose, guardavano solo a quelle importanti (Cicerone, De natura deorum 2,167). Non così i profeti: per loro Dio s’interessa dell’essere umano, s’interessa dei suoi piccoli problemi, ne ha cura e obbliga anche noi a pensarci.

   I profeti non nascondono nulla. Tutto dicono con chiarezza, senza paura dei re, dei sacerdoti e del popolo. Sembrano dei pessimisti, ma è perché hanno una chiara visione della malvagità e della colpevolezza umana.

“’Andate per le vie di Gerusalemme; guardate, informatevi; cercate per le sue piazze se vi trovate un uomo, se ve n’è uno solo che pratichi la giustizia, che cerchi la fedeltà; e io le perdonerò. Anche quando dicono: Com’è vero che il Signore vive, è certo che giurano il falso’. Signore, i tuoi occhi non cercano forse la fedeltà? Tu li colpisci, e quelli non sentono nulla; tu li consumi, e quelli rifiutano di ricevere la correzione; essi hanno reso il loro volto più duro della roccia, rifiutano di convertirsi. Io dicevo: ‘Questi non sono che miseri, insensati che non conoscono la via del Signore, il giudizio del loro Dio’; io andrò dai grandi e parlerò loro, perché essi conoscono la via del Signore, il giudizio del loro Dio; ma anch’essi tutti quanti hanno spezzato il giogo, hanno rotto i legami”. – Ger 5:1-5.

“Infatti dal più piccolo al più grande, sono tutti quanti avidi di guadagno; dal profeta al sacerdote, tutti praticano la menzogna”. – Ger 6:13.

“Ascoltate la parola del Signore, o figli d’Israele. Il Signore ha una contestazione con gli abitanti del paese, poiché non c’è verità, né misericordia, né conoscenza di Dio nel paese: ‘Si spergiura, si mente, si uccide, si ruba, si commette adulterio; si rompe ogni limite e si aggiunge sangue a sangue”. – Os 4:1,2.

Morale e culto

   I profeti sono degli iconoclasti: a nulla giovano sacrifici e culto nei templi senza una morale interiore. A chi si gloria del Tempio gridando: “Questo è il tempio del Signore, il tempio del Signore, il tempio del Signore!” (Ger 7:4), il profeta annuncia la sua distruzione come già era avvenuto per il tabernacolo di Silo: “I vostri olocausti non mi sono graditi, i vostri sacrifici non mi piacciono” (6:29), “Ma questo comandai loro: Ascoltate la mia voce; sarò il vostro Dio e voi sarete il mio popolo; camminate in tutte le vie che io vi prescrivo affinché siate felici”. – 7:23.

“’Voi rubate, uccidete, commettete adulteri, giurate il falso, offrite profumi a Baal, andate dietro ad altri dèi che prima non conoscevate, e poi venite a presentarvi davanti a me, in questa casa sulla quale è invocato il mio nome. Voi dite: Siamo salvi!. Perciò commettete tutte queste abominazioni. È forse, agli occhi vostri, una spelonca di ladri questa casa sulla quale è invocato il mio nome? Ecco, tutto questo io l’ho visto’, dice il Signore. ‘Andate al mio luogo che era a Silo, dove una volta avevo messo il mio nome, e guardate come l’ho trattato, a causa della malvagità del mio popolo d’Israele. Ora, poiché avete commesso tutte queste cose’, dice il Signore, ‘poiché vi ho parlato, parlato fin dal mattino, e voi non avete dato ascolto, poiché vi ho chiamati e voi non avete risposto, io tratterò questa casa, sulla quale è invocato il mio nome e nella quale riponete la vostra fiducia, e il luogo che ho dato a voi e ai vostri padri, come ho trattato Silo: vi caccerò dalla mia presenza, come ho cacciato tutti i vostri fratelli, tutta la discendenza di Efraim’”. – Ger 7:9-15.

   La spiritualità ebraica raggiunse il suo apice con i profeti. Furono i primi a concepire il primato della morale, l’idea che l’esigenza divina è più morale che cultuale. I profeti non combattono il culto per se stesso, ma solo quello farisaico privo di interiorità. Prima di tutto la fede, la sottomissione amorevole e umile verso Dio, l’ubbidienza, l’amore verso il prossimo.

“’Che m’importa dei vostri numerosi sacrifici?’ dice il Signore; ‘io sono sazio degli olocausti di montoni e del grasso di bestie ingrassate; il sangue dei tori, degli agnelli e dei capri, io non lo gradisco. Quando venite a presentarvi davanti a me, chi vi ha chiesto di contaminare i miei cortili? Smettete di portare offerte inutili; l’incenso io lo detesto; e quanto ai noviluni, ai sabati, al convocare riunioni, io non posso sopportare l’iniquità unita all’assemblea solenne. L’anima mia odia i vostri noviluni e le vostre feste stabilite; mi sono un peso che sono stanco di portare. Quando stendete le mani, distolgo gli occhi da voi; anche quando moltiplicate le preghiere, io non ascolto; le vostre mani sono piene di sangue. Lavatevi, purificatevi, togliete davanti ai miei occhi la malvagità delle vostre azioni; smettete di fare il male; imparate a fare il bene; cercate la giustizia, rialzate l’oppresso, fate giustizia all’orfano, difendete la causa della vedova!”. – Is 1:11-17.

“Io desidero bontà, non sacrifici, e la conoscenza di Dio più degli olocausti”. – Os 6:6.

“Se mi offrite i vostri olocausti e le vostre offerte, io non le gradisco; e non tengo conto delle bestie grasse che mi offrite in sacrifici di riconoscenza”. – Am 5:22.

“Con che cosa verrò in presenza del Signore e mi inchinerò davanti al Dio eccelso? Verrò in sua presenza con olocausti, con vitelli di un anno? Gradirà il Signore le migliaia di montoni, le miriadi di fiumi d’olio? Dovrò offrire il mio primogenito per la mia trasgressione, il frutto delle mie viscere per il mio peccato? O uomo, egli ti ha fatto conoscere ciò che è bene; che altro richiede da te il Signore, se non che tu pratichi la giustizia, che tu ami la misericordia e cammini umilmente con il tuo Dio?”. – Mic 6:6-8.

   Yeshùa, il più grande di tutti i profeti di Israele, riallacciandosi a Os 6:6 e a Mic 6:6, ricorderà: “Voglio misericordia e non sacrificio” (Mt 12:7). E Giacomo ribadirà: “La forma di adorazione che è pura e incontaminata dal punto di vista del nostro Dio e Padre è questa: aver cura degli orfani e delle vedove nella loro tribolazione, e mantenersi senza macchia”. – Gc 1:27, TNM.

   Si legga specialmente Is 1:16,17: “Lavatevi, purificatevi, togliete davanti ai miei occhi la malvagità delle vostre azioni; smettete di fare il male; imparate a fare il bene; cercate la giustizia, rialzate l’oppresso, fate giustizia all’orfano, difendete la causa della vedova!”.

   Fin qui non sembrerebbe esserci nulla di speciale. La protezione delle vedove e degli orfani si trova già nel Codice di Hammurabi (retro 24,60 e sgg.) e nei testi ugaritici (I Aqht 1,23-25; II Aqht 5,7 e sgg., 27,3 3 sgg., 45,47) come un dovere del re. La stessa cosa si può dire degli altri suggerimenti storici e sociologici. Ma il fattore nuovo sta nel fatto che i profeti presentano questo come un dovere di ogni singolo israelita verso ogni persona. I profeti danno un principio molto più vasto delle singole prescrizioni che si riassumono in “fa’ il bene e non il male”. Le prescrizioni non sono che degli esempi di questo principio più generale. “Non maltratterai lo straniero e non l’opprimerai, perché anche voi foste stranieri nel paese d’Egitto. Non affliggerete la vedova, né l’orfano. Se in qualche modo li affliggi, ed essi gridano a me, io udrò senza dubbio il loro grido” (Es 22:21-23). “Il Signore dei signori, il Dio grande, forte e tremendo, che non ha riguardi personali e non accetta regali, che fa giustizia all’orfano e alla vedova, che ama lo straniero e gli dà pane e vestito. Amate dunque lo straniero, poiché anche voi foste stranieri nel paese d’Egitto” (Dt 10:17-19). “Non calpesterai il diritto dello straniero o dell’orfano e non prenderai in pegno la veste della vedova” (Dt 24:17), “Dio è padre degli orfani e difensore delle vedove nella sua santa dimora; a quelli che sono soli Dio dà una famiglia, libera i prigionieri e dà loro prosperità” (Sl 68:5,6). “Egli libererà il bisognoso che grida e il misero che non ha chi l’aiuti. Egli avrà compassione dell’infelice e del bisognoso e salverà l’anima dei poveri. Riscatterà le loro anime dall’oppressione e dalla violenza e il loro sangue sarà prezioso ai suoi occhi” (Sl 72:12-14). “Difendete la causa del debole e dell’orfano, fate giustizia all’afflitto e al povero!”. – Sl 82:3.

   I profeti hanno la visione di un futuro più radioso: il futuro dell’era messianica. Quando tutto sembra distrutto, Dio agirà e restaurerà di nuovo Israele:

“Io libererò dall’esilio il mio popolo, Israele;

essi ricostruiranno le città desolate e le abiteranno;

pianteranno vigne e ne berranno il vino;

coltiveranno giardini e ne mangeranno i frutti.

Io li pianterò nella loro terra

e non saranno mai più sradicati dalla terra che io ho dato loro»,

dice il Signore, il tuo Dio”. – Am 9:14,15.

   Anche le nazioni saranno partecipi e accorreranno al monte Sion (Is 2:2,3). La Legge sarà allora scritta nei cuori. – Ger 31:31-34.

   Quella dei profeti fu la visione del messaggio evangelico, del messaggio della buona notizia, che si attuerà con il consacrato per eccellenza, Yeshùa, e con l’effusione dello spirito santo nel giorno di Pentecoste sulla vera congregazione dei discepoli di Yeshùa.