Quali sono le caratteristiche dello spirito santo di Dio? I trinitari, contrariamente alla Bibbia, affermano che lo spirito santo sarebbe la terza persona di una Natura Divina in tre persone. Questo è falso. Quest’insegnamento contrario alle Scritture argina e impedisce di comprendere che lo spirito santo può estendersi a noi, rendendoci partecipi della natura divina. Lo spirito santo è quella forza o potere di Dio che Yeshùa promise di inviare agli eletti (Gv 16:7). Non è una persona, ma l’estensione della potenza attiva di Dio. È il mezzo attraverso cui diventiamo partecipi della natura divina (2Pt 1:4), essendo colmati dallo spirito santo (At 9:17; Ef 5:18) e, quindi, figli di Dio (Rm 8:14; 1Gv 3:1,2) e coeredi con Yeshùa (Rm 8:17; Gal 3:29; Tit 3:7; Eb 1:14;6:17;11:9; Gc 2:5; 1Pt 3:7). Dio dona il suo spirito a coloro che lo chiedono (Lc 11:9-13) e obbediscono ai Comandamenti di Dio (1Gv 3:24; At 5:32). Santi sono i fedeli che osservano i Comandamenti di Dio e che posseggono la testimonianza di Yeshùa. – Ap 12:17;14:12.
Lo spirito santo agisce già prima del battesimo; muove gli eletti verso Dio attraverso Yeshùa (Eb 7:25). Le primizie dello spirito sono date agli individui nel battesimo (Rm 8:23; qui si afferma in modo chiaro che l’adozione non ha luogo prima della redenzione del corpo). Con la nuova nascita, gli eletti ogni giorno continuano a crescere nello spirito e in Yeshùa fino a giungere alla gloria di Dio. Lo spirito santo è spirito di Verità. – 1Gv 4:6,5:6.
Lo spirito santo è lo spirito di Dio (Rm 8:14), non Dio. Lo spirito santo non è quindi un aspetto indipendente da Dio, costituendo una presunta persona di un Dio trino, ma è il mezzo attraverso cui assumiamo la natura divina. Non diventiamo per questo Dio, che è rimane l’unico Dio. I trinitari non capiscono che c’è un unico Dio. Non comprendendo nemmeno come Dio conceda la natura divina ai suoi eletti, essi pensano che sia blasfemo affermare che gli eletti diventeranno degli elohìm, perché non sanno neppure cosa siano gli elohìm. “La casa di Davide sarà come Dio”
(Zc 12:8). Lo spirito di Dio ci dona le qualità e la natura di Dio stesso. “Nella vostra Legge c’è scritto questo: Io vi ho detto che siete dèi. La Bibbia dunque chiama dèi coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio, e la Bibbia non può essere annullata” (Gv 10:34,35). Lo spirito dà a ogni eletto gli attributi che Dio desidera per trarne il massimo beneficio. Dio dà a ognuno caratteristiche diverse per il beneficio di tutti.
“In ciascuno, lo Spirito si manifesta in modo diverso, ma sempre per il bene comune. Uno riceve dallo Spirito la capacità di esprimersi con saggezza, un altro quella di parlare con sapienza. Lo stesso Spirito a uno dà la fede, a un altro il potere di guarire i malati. Lo Spirito concede a uno la possibilità di fare miracoli, e a un altro il dono di essere profeta. A uno dà la capacità di distinguere i falsi spiriti dal vero Spirito, a un altro il dono di esprimersi in lingue sconosciute, e a un altro ancora il dono di spiegare tali lingue. Tutti questi doni vengono dall’unico e medesimo Spirito. Egli li distribuisce a ognuno, come egli vuole”. – 1Cor 12:7-11, PdS.
Lo spirito può essere spento (1Ts 5:19) essendo trascurato o rattristato (Ef 4:30). Così possiamo ricevere lo spirito, crescere spiritualmente grazie a esso e poi cadere nella pratica del peccato, che limiterà le nostre capacità. È, infatti, il peccato che argina la nostra capacità di crescere; quando pecchiamo, diminuiamo, spegniamo, rattristiamo lo spirito. Lo spirito non impedisce il peccato; Dio desidera la nostra libera adesione, e la scelta è sempre nostra. A ognuno di noi è consentito di passare attraverso questi processi. Quando perdiamo potere nello spirito, ce ne accorgiamo da ciò che avviene nella nostra mente.
In Gal 5:22, che elenca i frutti dello spirito, l’amore è al primo posto. Questo è l’aspetto più importante dello spirito santo. È per questo motivo che se manca l’amore, lo spirito santo non è manifesto. Lo spirito santo si manifesta nell’amore. L’amore è il suo frutto principale perché è la natura stessa di Dio. “Dio è amore”. – 1Gv 4:8,16, TNM.
Lo spirito è anche il mezzo attraverso cui si adora Dio, come afferma Flp 3:3: “Offriamo il nostro culto per mezzo dello Spirito di Dio”. Solo a Dio va reso il culto. “Egli è l’oggetto delle tue lodi, è il tuo Dio” (Dt 10:21). Si noti che lo spirito è il mezzo per adorare Dio (Flp 3:3), quindi non può essere Dio. Non è oggetto d’adorazione ma mezzo d’adorazione. Il ragionamento è molto semplice, però è trascurato dai trinitari. Lo spirito santo non può essere il mezzo per adorare e, contemporaneamente, l’oggetto dell’adorazione. Adorare il mezzo con cui si sta adorando l’oggetto d’adorazione, che è Dio, è un assurdo.
Con il suo spirito, Dio colma anche le carenze delle nostre preghiere. Paolo dice che “noi non sappiamo neppure come dobbiamo pregare” (Rm 8:26, PdS). Dio usa allora il suo spirito per compiere un’azione meravigliosa: “Lo Spirito viene in aiuto della nostra debolezza, perché noi non sappiamo neppure come dobbiamo pregare, mentre lo Spirito stesso prega Dio per noi con sospiri che non si possono spiegare a parole. E Dio, che conosce i nostri cuori, conosce anche le intenzioni dello Spirito che prega per i credenti come Dio desidera” (Rm 8:26,28 PdS). Dio, che conosce tutto di noi, sa che lo pregheremmo nel modo giusto, se solo sapessimo farlo. Dio allora fa sì che il suo stesso spirito preghi per noi, così che esso “intercede per noi con gemiti inespressi [στεναγμοῖς ἀλαλήτοις (stenaghmòis alalètois) “sospiri inesprimibili”]”. – TNM.
Il peccato contro lo spirito santo. “Ogni sorta di peccato e bestemmia sarà perdonata agli uomini, ma la bestemmia contro lo spirito non sarà perdonata” (Mt 12:31, TNM; cfr. Mr 3:28,29; Lc 12:10). Per comprendere appieno il senso del peccato imperdonabile di “bestemmia contro lo spirito”, bisogna analizzare la situazione in cui ciò è detto, perché la Bibbia s’interpreta con la Bibbia. La dichiarazione di Yeshùa in Mt 12:31 è preceduta da questa frase all’inizio del versetto: “Perciò [Διὰ τοῦτο (Dià tùto); “per questo”] io vi dico”, quindi la successiva affermazione circa imperdonabilità della bestemmia contro lo spirito giunge in seguito a qualcosa, cui Yeshùa si riverisce dicendo “per questo”. Le circostanze erano state le seguenti:
“Portarono a Gesù un uomo che era cieco e muto, perché uno spirito maligno era dentro di lui. Gesù lo guarì; quello si mise a parlare e incominciò a vedere. Le folle erano piene di meraviglia . . . Ma i farisei, quando ne furono informati, dissero: ‘È soltanto con l’aiuto di Beelzebùl, il capo dei demòni, che egli ha il potere di scacciare i demòni’.Gesù, conoscendo i loro pensieri, disse: ‘Se . . . Satana scaccia Satana ed è in lotta contro se stesso, come potrà durare il suo regno? . . . Perciò vi dico: tutti i peccati e tutte le bestemmie degli uomini potranno essere perdonati, ma chi avrà detto una bestemmia contro lo Spirito Santo non potrà essere perdonato. Se uno avrà detto una parola contro il Figlio dell’uomo potrà essere perdonato; ma chi avrà detto una parola contro lo Spirito Santo non sarà perdonato, né ora né mai’”. – Mt 12:22-32, PdS.
“Perciò vi dico”, si riferisce quindi al fatto che quei farisei non si erano limitati a non credete a Yeshùa ma si rifiutarono di credere all’azione dello spirito santo di Dio. Potevano essere perdonati per aver respinto Yeshùa ma non per aver bestemmiato negando l’operato dello spirito di Dio. Lo spirito santo, la forza attiva di Dio, emana da Dio stesso, è intimamente collegata alla persona stessa di Dio, per cui bestemmiare contro il suo spirito è come bestemmiare Dio. Ciò è imperdonabile. Fu questo episodio che indusse Yeshùa a menzionare il peccato imperdonabile contro lo spirito ovvero l’opporsi sprezzantemente all’azione dello spirito di Dio. Tale opposizione è volontaria e meditata.
“Ciò che esce dalla bocca viene dal cuore, ed è quello che contamina l’uomo. Poiché dal cuore vengono pensieri malvagi, omicidi, adultèri, fornicazioni, furti, false testimonianze, diffamazioni” (Mt 15:18,19; cfr. Mr 7:21,22). Il cuore biblico è la mente, sede dei pensieri, quindi il fatto che la bestemmia sorga dal cuore/mente indica la sua intenzionalità. I farisei avevano visto con i loro occhi l’azione dello spirito di Dio, eppure attribuirono questo santo potere, che Dio aveva dato a Yeshùa, a Beelzebub, satana. Così bestemmiarono lo spirito santo di Dio. Attribuendo intenzionalmente l’operato di Yeshùa al potere demoniaco anziché all’azione dello spirito santo di Dio, stabilirono il primato dei demòni, legittimandolo.
Noi pure, se alla fine falliamo, cadendo nella pratica del peccato, diamo ai demòni pieno riconoscimento. “Se noi volontariamente continuiamo a peccare anche dopo che abbiamo imparato a conoscere la verità, allora non c’è più nessun sacrificio che possa togliere i peccati. In questo caso resta soltanto la terribile attesa del giudizio di Dio”. – Eb 10:26,27, PdS.
“Quelli che sono caduti di nuovo nel male, non possono più cambiare vita ed essere rinnovati ancora una volta. Già una volta hanno avuto la luce di Dio, hanno provato il dono celeste, hanno ricevuto lo Spirito Santo, hanno gustato la buona parola di Dio e le meraviglie del mondo futuro. Eppure, per quanto sta in loro, essi crocifiggono nuovamente il Figlio di Dio e lo mettono di fronte agli insulti di tutti. Perciò non possono cambiar vita ancora una volta”. – Eb 6:4-6, PdS.
“La persona che agisce con proposito deliberato, sia nativo del paese o straniero, oltraggia il Signore; quella persona sarà eliminata dal mezzo del suo popolo” (Nm 15:30). Solo Dio, che legge nei cuori, sa se una persona ha commesso il peccato imperdonabile. Non spetta agli altri giudicare. Per quanto riguarda se stessi, se un credente si pone il problema preoccupandosene con afflizione, il fatto stesso che la sua coscienza lo renda inquieto, mostra che non è giunto al peccato imperdonabile, perché questo non causa sofferenza interiore: è volontario, deliberato, non suscita pentimento.