L’obiezione che fanno alcuni studiosi al libro di Ger riguarda alcuni oracoli di Geremia che non sembrerebbero delle vere profezie poiché contengono errori. Vediamo i brani più importanti.
Ger 36:30 afferma: “Così parla il Signore riguardo a Ioiachim re di Giuda: Egli non avrà nessuno che sieda sul trono di Davide, e il suo cadavere sarà gettato fuori, esposto al caldo del giorno e al gelo della notte”. Di fatto, però, il figlio Ioiachin salì al trono: “Ioiachin aveva diciotto anni quando cominciò a regnare” (2Re 24:8). Occorre però dire che regnò solo tre mesi: “Regnò a Gerusalemme tre mesi” (Ibidem), poi fu deportato a Babilonia (v. 15), dove rimase per ben 36 anni fino alla morte. Il regno fu dato a suo zio Mattania: “Il re di Babilonia fece re al posto di Ioiachin, Mattania, zio di lui” (v. 17), che Nabucodonosor chiamò Sedechia: “Al quale cambiò il nome chiamandolo Sedechia”. – Ibidem.
Riguardo all’età di Ioiachin dichiarata in 18 anni da 2Re 24:8, in 2Cron 36:9 si legge: “Ioiachin aveva otto anni quando cominciò a regnare; regnò tre mesi e dieci giorni a Gerusalemme”. La differenza di età (8 o 18 anni) dipende dal manoscritto. La LXX e Sy hanno 18. M e Vulgata hanno 8. Dato che 2Re 24:8 ha solo 18, questa è preferibile.
Inoltre, è detto che il re Ioiachim sarebbe rimasto senza sepoltura: “Il suo cadavere sarà gettato fuori, esposto al caldo del giorno e al gelo della notte” (Ger 36:30). Al contrario, 2Re 24:6 dice che “Ioiachim si addormentò con i suoi padri”, espressione tipica che ne indica la sepoltura. L’espressione che si trova in 2Cron 36:8 nella versione greca dei LXX è ancora più chiara: καὶ ἐκοιμήθη Ιωακιμ μετὰ τῶν πατέρων αὐτοῦ καὶ ἐτάφη ἐν Γανοζα μετὰ τῶν πατέρων αὐτοῦ (kài ekoimèthe Ioakìm metà ton patèron autù kài etàfe en Ganoza metà ton patèron autù): “E si addormentò Ioakìm con i suoi padri e fu sepolto in Ganoza con i suoi padri”. Tuttavia, si potrebbe anche pensare a una profanazione della tomba.
Ger 43:8-13 parla di una campagna vittoriosa di Nabucodonosor in Egitto, dove avrebbe compiuto grande devastazione. “Così parla il Signore degli eserciti, Dio d’Israele: ‘Ecco, io manderò a prendere Nabucodonosor re di Babilonia […] verrà e colpirà il paese d’Egitto: chi deve andare alla morte, andrà alla morte; chi alla deportazione, andrà alla deportazione; chi deve cadere di spada, cadrà di spada. Appiccherà il fuoco alle case degli dèi d’Egitto’” (vv. 10-12). Nabucodonosor “si avvolgerà del paese d’Egitto come il pastore si avvolge nella sua veste” (v. 12). Riguardo a questo evento gli studiosi erano molto scettici in passato. Infatti, non c’era conferma storica di questo fatto al di fuori della Bibbia. Vero è che Giuseppe Flavio ne parla, ma Giuseppe dipende dalla Bibbia e non costituisce una nuova fonte storica.
Il 3 dicembre 1882, però, Theo Pinches traduceva e commentava davanti alla Society of Biblical Archeology il frammento di un’iscrizione cuneiforme che palava di una spedizione in Egitto fatta da Nabucodonosor nel 568 a. E. V.. Questo fatto è attestato anche da un frammento aramaico trovato di recente a Saqqaràh (Menfi). Dubbi svaniti, quindi.
Ger 44:24-30 annuncia la scomparsa totale dei giudei in Egitto: “Ascoltate la parola del Signore, voi tutti di Giuda che abitate nel paese d’Egitto! ‘Ecco, io giuro per il mio gran nome’, dice il Signore; ‘in tutto il paese d’Egitto il mio nome non sarà più invocato dalla bocca di nessun uomo di Giuda che dica: Il Signore, Dio, vive! Ecco, io vigilo su di loro per il loro male, e non per il loro bene; tutti gli uomini di Giuda che sono nel paese d’Egitto saranno consumati dalla spada e dalla fame, finché non siano interamente scomparsi’” (vv. 26,27). In realtà, molti rimasero in Egitto. Lo documentano i papiri di Elefantina. E lo documentano anche le opere giudaiche al tempo alessandrino riportate da Filone. Tuttavia, va ricordato che il valore dell’oracolo riguarda solo coloro che fuggirono, costringendo Geremia ad unirsi a loro. “Così parla il Signore degli eserciti, Dio d’Israele: Voi e le vostre mogli lo dite con la vostra bocca e lo mettete in pratica con le vostre mani; voi dite: Vogliamo adempiere i voti che abbiamo fatti, offrendo profumi alla regina del cielo e facendole delle libazioni. Sì, voi adempite i vostri voti; sì, voi eseguite i vostri voti; perciò ascoltate […]” (vv. 25,26). È a quelle persone che si preconizza che non ne scamperà uno in Egitto. Inoltre, quando si dice “tutti” (v. 27, ebraico כָּל, kol), non va dimenticato che l’aggettivo è usato in ebraico e non in una lingua occidentale, per cui non deve essere inteso in senso assoluto (all’occidentale), ma nel senso di “maggioranza”, secondo lo stile ebraico che ama le esagerazioni. Infatti – si noti bene – lo stesso Geremia afferma al v. 28 che qualcuno sarebbe tornato: “Quelli che saranno scampati alla spada ritorneranno dal paese d’Egitto nel paese di Giuda”. È questo un piccolo esempio di quanto danno può fare la mentalità occidentale applicata nell’interpretazione della Scrittura.
Ger 44:30: “Così parla il Signore: ‘Ecco, io darò il faraone Cofra, re d’Egitto, in mano dei suoi nemici, in mano di quelli che cercano la sua vita, come ho dato Sedechia, re di Giuda, in mano di Nabucodonosor, re di Babilonia, suo nemico, che cercava la vita di lui’”. Perché alcuni studiosi hanno dubitato di questo versetto? Perché lo storico Erodoto (Storie 2, 162-169) e lo storico Diodoro Siculo (1,68) dicono che Amasis, mandato da Apries (= Cofra) per sedare un tumulto di soldati egiziani, fu proclamato re dai rivoltosi e vinse Cofra che fu condotto prigioniero a Sais e per giunta trattato con riguardo. Tutto il contrario di quanto dice la Bibbia. Bibbia contro storia documentata? No. No, perché i due storici riferiscono anche che gli egiziani si lamentarono della buona sorte toccata al loro odiato re (che era della dinastia etiopica e quindi straniera) e ottennero che Cofra fosse dato in loro mani. Così gli egiziani alla fine lo strangolarono. Ma non aveva detto Dio: “Io darò il faraone Cofra, re d’Egitto, in mano dei suoi nemici, in mano di quelli che cercano la sua vita”? Sì. E così fu.