Saluti finali (vv. 23 e 24)

 

   “Epafra, mio compagno di prigionia in Cristo Gesù, ti saluta” (v. 23). Il titolo “compagno di prigionia” dato a Epafra compare solo qui. Non compare in Col 4:10,12 dove è dato solo ad Aristarco e non ad Epafra: “Vi salutano Aristarco, mio compagno di prigionia […] Epafra, che è dei vostri ed è servo di Cristo Gesù, vi saluta”.

   Il vocabolo συναιχμάλωτος (sünaichmàlotos), tradotto “compagno di prigionia”, si legge nella Bibbia applicato solo a quattro persone:

Andronico

“Andronico e Giunia […] compagni di prigionia”

Rm 16:7

Giunia

Aristarco

“Aristarco, mio compagno di prigionia”

Col 4:10

Epafra

“Epafra, mio compagno di prigionia”

Flm 23

   Nei due ultimi casi (Aristarco ed Epafra) si potrebbe anche pensare ad un avvicendamento nel tenere compagnia a Paolo imprigionato. Ma non si può applicare ai primi due (Andronico e Giunia) poiché l’apostolo quando scriveva ai romani non era stato ancora imprigionato (a meno di ammettere una discutibile prigionia efesina). Perché Paolo, non prigioniero quando scrive ai romani, definisce Andronico e Giunia “compagni di prigionia”? Se poi lo erano stati in precedenza, non si capisce perché Paolo debba richiamare questo particolare del passato.

   Viene quindi un dubbio sulla traduzione. Il vocabolo greco συναιχμάλωτος (sünaichmàlotos), tradotto tradizionalmente “compagno di prigionia”, può avere anche un altro significato: “conquistato assieme”. La parola, deriva da συν (sün), “insieme”, e da αιχμάλωτος (aichmàlotos), “prigioniero”, numero Strong 4869. Si tratta di un “co-prigioniero”, di uno “fatto prigioniero insieme”.

   È quindi meglio supporre che queste persone definite sünaichmàlotos siano state collegate più di altre alla chiamata di Paolo. Forse erano suoi compagni di viaggio o forse furono impressionati dal suo mutamento.

   Epafra è l’apostolo (“inviato”) a Colosse: “Secondo quello che avete imparato da Epafra, il nostro caro compagno di servizio, che è fedele ministro di Cristo per voi”, “Epafra, che è dei vostri ed è servo di Cristo Gesù” (Col 1:7;4:12). Forse si era avvicendato ad Aristarco nel tenere compagnia a Paolo imprigionato (cfr. Col 4:10). Tutti gli altri collaboratori sono già noti dalla finale di Col 4:10-14: “Vi salutano Aristarco, mio compagno di prigionia, Marco, il cugino di Barnaba […] e Gesù, detto Giusto. Questi provengono dai circoncisi, e sono gli unici che collaborano con me per il regno di Dio, e che mi sono stati di conforto. Epafra, che è dei vostri ed è servo di Cristo Gesù, vi saluta. Egli lotta sempre per voi nelle sue preghiere perché stiate saldi, come uomini compiuti, completamente disposti a far la volontà di Dio. Infatti gli rendo testimonianza che si dà molta pena per voi, per quelli di Laodicea e per quelli di Ierapoli. Vi salutano Luca, il caro medico, e Dema”. La comunanza di tutti questi nomi fa sospettare che si tratti dello stesso periodo in cui le stesse persone stanno accanto a Paolo.

   Manca solo Tichico, che nella lettera ai colossesi è inviato con Onesimo (Col 4:7-9). Il che può spiegarsi con il fatto che la lettera a Filemone fu scritta prima del suo arrivo.