La terza strofa (1:13,14).
Paolo spiega ora come Dio “ci ha benedetti di ogni benedizione spirituale” (1:3). Yeshùa è il mediatore di queste benedizioni. Queste, infatti, sono “in Cristo” (1:3). Si tratta dello spirito santo, che Dio manda tramite Yeshùa: “Avendo creduto in lui, avete ricevuto il sigillo dello Spirito Santo”. – 1:13.
“Voi” (1:13) sono i pagani per nascita: “Voi, stranieri di nascita, […], voi, dico, […] che in quel tempo eravate senza Cristo, esclusi dalla cittadinanza d’Israele ed estranei ai patti della promessa, senza speranza e senza Dio nel mondo” (2:11,12). In Yeshùa tutte queste divisioni sono eliminate. – 1:10.
“La buona notizia della vostra salvezza” (1:13, TNM). “Salvezza” (σωτηρία, soterìa) significava per gli antichi il benessere in ogni sua forma, dalla salute del corpo a quella spirituale. Per l’ebreo voleva dire soprattutto liberazione dal peccato. Per il pagano significava invece la liberazione dalla “cattiva fortuna”. In un modo o nell’altro, tutti bramavano la soterìa.
Per Paolo la buona notizia (vangelo) era “potenza di Dio per la salvezza” (Rm 1:16, TNM), che egli vedeva come una realtà a tre tempi:
- Un evento passato: “Siamo stati salvati”. – Rm 8:24.
- Un’esperienza presente: ‘Siamo salvati’. – 1Cor 15:2.
- Una speranza futura: “Saremo salvati”. – Rm 5:9, TNM.
I tre tempi sono riuniti in Rm 5:1,2: “Ora che siamo stati dichiarati giusti come risultato della fede, godiamo la pace con Dio per mezzo del nostro Signore Gesù Cristo, per mezzo del quale abbiamo anche ottenuto il nostro accesso per fede in questa immeritata benignità nella quale ora stiamo; ed esultiamo, basandoci sulla speranza della gloria di Dio” (TNM). Si potrebbe dire che qui abbiamo una sintesi di tutta la teologia paolina.
Va notata in 1:13 l’importanza della fede: “Dopo aver ascoltato la parola della verità, il vangelo della vostra salvezza, e avendo creduto in lui”. Ascoltare la verità e credere.
- Ascoltare la parola della verità: “Come crederanno in colui del quale non hanno sentito parlare?”. – Rm 10:14.
- Credere è accettare la parola della verità: “Signore, chi ha creduto [τίς ἐπίστευσεν (tis epìsteusen); in ebraico èמִי הֶאֱמִין (my heemìn?): Is 53:1, citato da Paolo; cfr. Gv 12:38] alla nostra predicazione?”. – Rm 10:16.
In ebraico, “credere” proviene dalla stessa radice della parola amèn (אָמֵן). Si può applicare a Dio che è il nostro amèn. Egli, è roccia incrollabile cui ci si può aggrappare con sicurezza. Egli non ci può ingannare. In lui non c’è né il Sì né il No (2Cor 1:18), ovvero non può cambiare e dire oggi Sì e domani No.
Applicata all’essere umano, la fede dice due cose:
- “Ogni uomo sia trovato bugiardo” (Rm 3:4, TNM; citato da Sl 116:11: “Ogni uomo è bugiardo” (TNM), che nell’ebraico è: “Tutta l’umanità”, כָּל־הָאָדָם (kol-haadàm). L’essere umano è per essenza incostante, infedele e ingannatore.
- ‘Siamo rafforzati nella persona che siamo di dentro, con potenza mediante lo spirito santo’ (Ef 6:13). “Fermi nella fede” (1Cor 16:13, TNM), ‘continuiamo ad acquistare potenza nel Signore e nel potere della sua forza’ (Ef 6:10), “essendo resi potenti con ogni potenza secondo il suo glorioso potere in modo da perseverare” (Col 1:11, TNM). “Io posso ogni cosa in colui che mi fortifica”. – Flp 4:13.
Il battesimo è poi presentato come “il sigillo dello Spirito Santo” (1:13). Per Paolo (e per i suoi predecessori) il battesimo era celebrato per immersione: “Discesero tutti e due nell’acqua, Filippo e l’eunuco; e Filippo lo battezzò” (At 8:38). Il verbo stesso βαπτίζω (baptìzo), “battezzare”, significa “immergere”. Sebbene baptìzo derivi dal verbo bàpto (βάπτω), “bagnare”, non va confuso con questo. L’esempio più chiaro che mostra il significato di baptìzo è un testo scritto dal poeta e medico greco Nicander, che visse all’incirca nel 200 a. E. V.. È una ricetta per fare sottaceti ed è utile perché usa tutte e due le parole. Nicander dice che per fare dei sottaceti, il vegetale deve essere prima “bagnato” (bàpto) in acqua bollente ed poi “battezzato”, immerso (baptìzo) nell’aceto. Tutti e due i verbi hanno a che fare con l’immergere dei vegetali in un liquido. Ma il primo è un tuffare, un bagnare. Il secondo, l’atto di “battezzare” (βαπτίζω, baptìzo) il vegetale, è un’immersione che produce un cambiamento permanente.
Inoltre, il battesimo (l’immersione) era amministrato solo agli adulti perché esigeva un’esplicita e personale professione di fede: “Se con la bocca avrai confessato Gesù come Signore e avrai creduto con il cuore”. – Rm 10:9.
Al battesimo era normalmente associato il dono dello spirito santo: “Siete stati lavati [cfr. 1Pt 3:21], siete stati santificati, siete stati giustificati nel nome del Signore Gesù Cristo e mediante lo Spirito del nostro Dio” (1Cor 6:11). È per questo che quando Paolo parla di “sigillo dello Spirito Santo” (1:13) il battesimo è implicito.
Il battesimo è espresso con varie immagini: “Siete stati lavati” (1Cor 6:11), per indicare la purificazione dalle impurità morali passate; “Vi siete rivestiti di Cristo” (Gal 3:27), come di un indumento; “Battezzati [immersi] in un unico Spirito per formare un unico corpo” (1Cor 12:13), per essere inseriti nella congregazione.
Che cosa significa che si è “ricevuto il sigillo dello Spirito Santo” (1:13)? Il greco dice ἐσφραγίσθητε (esfraghìsthete): “Siete stati sigillati” (“suggellati“, TNM). Lo σφραγίς (sfraghìs) era il “sigillo” che autenticava e denotava la proprietà. Con “il sigillo dello Spirito Santo” (1:13) il credente diviene proprietà autenticata di Dio: “Egli [Dio] ci ha pure segnati con il proprio sigillo” (1Cor 1:22), “Lo Spirito Santo di Dio con il quale siete stati suggellati” (Ef 4:30). Il sigillo divino identifica “quelli che Dio si è acquistati”. – 1:14.
Ai battezzati Paolo diceva: “Avete ricevuto lo Spirito di adozione, mediante il quale gridiamo: ‘Abbà!’” (Rm 8:15). “Abbà”, aramaico אבא, traslitterato in greco con ἀββά (abbà), significa “papà”. “Padre”, come tradotto da NR e da TNM, è in ebraico אב (av). L’accento è posto sull’accettazione della famiglia di Dio: “Perché siete figli, Dio ha mandato lo Spirito del Figlio suo nei nostri cuori, che grida: ‘Abbà [אבא, “papà”; ἀββά (abbà)]’”. – Gal 4:6.
Avendo ricevuto lo spirito santo che li sigilla quali figli adottivi di Dio, i credenti battezzati devono lasciarsi guidare dallo spirito santo, “infatti tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, sono figli di Dio” (Rm 8:14). Questa guida è necessaria per non essere più carnali, vale a dire schiavi delle passioni egoistiche: “Se mettete a morte le pratiche del corpo mediante lo spirito, vivrete”. – Rm 8:13, TNM.
Dato che “Dio è amore” (1Gv 4:8), lo spirito santo che Dio dona non può che essere amore, e anche “il frutto dello spirito è amore” (Gal 5:22, TNM). È proprio tramite l’amore di Dio che il credente in Yeshùa è trasformato così che possa obbedire alla Legge di Dio, “perché questo è l’amore di Dio: che osserviamo i suoi comandamenti” (1Gv 5:3). Ciò è conforme alla promessa che Dio aveva fatto:
“Io metterò la mia legge nell’intimo loro, la scriverò sul loro cuore, e io sarò loro Dio, ed essi saranno mio popolo”. – Ger 31:33.
Ora è possibile ubbidire alla Legge, come Dio aveva promesso:
“Metterò dentro di voi il mio Spirito e farò in modo che camminerete secondo le mie leggi”. – Ez 36:27.
Per non ubbidire, molti “cristiani” sostengono che la Legge di Dio sia stata abolita. Paolo però dichiara: “Aboliamo dunque la legge per mezzo della nostra fede? Non sia mai! Al contrario, noi stabiliamo la legge” (Rm 3:31, TNM). Dio dice: “Io metterò la mia legge nell’intimo loro”. – Ger 31:33.
Paolo dice anche che “il sigillo dello Spirito Santo” (1:13) è “pegno della nostra eredità” (1:14). “Pegno” è nel greco del testo biblico ἀρραβὼν (arrabòn), una parola di origine ebraica che significa “caparra”; era il denaro dato in acconto come impegno (in pegno) che tutta la somma sarebbe stata pagata in seguito. Così è qui: “È pegno della nostra eredità fino alla piena redenzione” (1:14); nella concretezza del pensiero ebraico lo spirito santo è l’acconto dell’eredità che Dio versa, la piena redenzione è il saldo. Tutto però è “a lode della sua gloria”. – 1:14.
Dalle affermazioni precedenti si deduce che non è possibile ricevere lo spirito santo senza prima credere. Ciò comporta che la caparra dell’immortalità (il sigillo dello spirito santo ricevuto con il battesimo) non può essere ricevuta da bimbi che per loro natura non sono consapevoli e quindi privi di fede.