Dopo aver scritto le sette lettere alle sette chiese, Giovanni prosegue dicendo: “Dopo queste cose vidi una porta aperta nel cielo”. Egli vede la sala del trono celeste. “La prima voce, che mi aveva già parlato come uno squillo di tromba, mi disse: «Sali quassù e ti mostrerò le cose che devono avvenire in seguito»” (Ap 4:1). Delle “cose che sono” (Ap 1:19) Giovanni ne ha parlato nelle sette lettere. Ora stanno per essergli mostrare “le cose che devono avvenire”. Prima, però, Giovanni assiste alla visione della sala del trono: “Subito fui rapito dallo Spirito. Ed ecco, un trono era posto nel cielo e sul trono c’era uno seduto. Colui che stava seduto era simile nell’aspetto alla pietra di diaspro e di sardonico; e intorno al trono c’era un arcobaleno che, a vederlo, era simile allo smeraldo”. – Ap 4:2,3.
La celeste sala del trono si apre alla vista del veggente. Giovanni ha un’esperienza simile a quella avuta dal profeta Ezechiele quando “i cieli si aprirono” e lui ebbe “delle visioni divine” (Ez 1:1) e a quella di Stefano che testimoniò: “Ecco, io vedo i cieli aperti” (At 7:56); egli si trova nel mondo celeste (cfr. 2Cor 12:2). Seduto come i re e i giudici nelle loro funzioni, sul seggio regale siede Colui che è Re e Giudice supremo. I giudei, per timoroso rispetto, non osavano pronunciare il nome di Dio e vi accennavano solo per allusioni. Allo stesso modo, Giovanni non dice il nome del Regnante. Senza indecisioni e titubanze, non aveva avuto remore a descrivere Yeshùa glorificato (cfr. Ap 1:12-16), ma ora, davanti a Dio, non ha parole e può solo dire che è così splendente che il suo fulgore è “simile”, assomiglia, allo sfavillio delle pietre preziose.
“Colui che stava seduto era simile nell’aspetto alla pietra di diaspro e di sardonico” – Ap 4:3
Diaspro. L’antica pietra di diaspro ha poco a che fare con il diaspro moderno, che è una varietà opaca del quarzo ed è relativamente poco costoso. Quello antico, chiamato ἴασπις, era “una pietra preziosissima”, “diaspro cristallino” (Ap 21:11). Secondo alcuni studiosi si tratterebbe addirittura del diamante. “La città santa, la nuova Gerusalemme” appare sfolgorante come “diaspro cristallino” e le sue mura “erano costruite con diaspro” e pietra di fondamento, “il primo fondamento era di diaspro” “pietra di diaspro splendente come cristallo”. – Ap 21:2,10,11,18,19.
Sardonico. Si tratta del sardio (σάρδιον) che, stando a Plinio il Vecchio, era una pietra di Sardi (in Asia Minore, nella Lidia, una delle sette chiese apocalittiche). Secondo alcuni il sàrdion sarebbe originario della Persia e prenderebbe il nome dal persiano sered (= “rosso arancione”). Altri ancora lo fanno derivare dall’Arabia. Si tratta della corniola, una nota varietà di calcedonio. Questa pietra, traslucida e rossiccia, è anche il quinto fondamento delle mura cittadine della Nuova Gerusalemme. – Ap 21:20.
Il trono è attorniato da una corona pure luminosa, “un arcobaleno che, a vederlo, era simile allo smeraldo”. Tutto indica che “Dio è luce” (1Gv 1:5). Dio è “il Re dei re e Signore dei signori, il solo che possiede l’immortalità e che abita una luce inaccessibile”. – 1Tm 6:15,16.
Dopo questa grandiosa visione in cui Giovanni vede il trono divino nel mezzo della sala celeste, il veggente si guarda intorno e vede che “attorno al trono c’erano ventiquattro troni su cui stavano seduti ventiquattro anziani vestiti di vesti bianche e con corone d’oro sul capo” (Ap 4:4). Questi troni sono in cerchio, “attorno al trono” di Dio. Chi sono questi “anziani”? Possiamo dedurlo da come Giovanni si rivolge a uno di loro. In Ap 7:14 lo chiama “signor mio”. Il titolo “mio signore” è onorifico e indica qualcuno che è superiore. Chi sta attorno al trono di Dio?
L’assemblea celeste
- “Il Signore degli eserciti regnerà sul monte Sion e in Gerusalemme, fulgido di gloria in presenza dei suoi anziani”. – Is 24:23.
- “Io ho visto il Signore seduto sul suo trono, e tutto l’esercito del cielo che gli stava a destra e a sinistra”. – 1Re 22:19.
- “Dio è terribile nell’assemblea dei santi”. – Sl 89:7.
- “I figli di Dio vennero a presentarsi davanti al Signore”. – Gb 1:6.
- “La Corte si sedette”. – Dn 7:10, TNM.
- “Dio sta nell’assemblea divina; egli giudica in mezzo agli dèi”. – Sl 82:1.
Perché questi potenti esseri angelici sono 24? Occorre sapere che nella Babilonia erano venerate 24 stelle considerate 24 divinità. La religione iranica insegnava che attorno alla divinità centrale c’era un’assemblea di 24 dèi. Nell’apocalittica giudaica queste 24 stelle erano ridotte a creature angeliche alle dipendenze di Dio, che lo servono e a cui non spetta alcun onore divino. In 1Cron 24:1-19 si parla di 24 classi o divisioni sacerdotali. Nella liturgia celeste questi 24 anziani hanno le stesse funzioni sacerdotali proprie delle 24 classi sacerdotali.
La liturgia celeste dei 24 anziani
- “Con la faccia a terra”, adorano Dio. – Ap 11:16;19:4.
- Come mediatori, i 24 anziani presentano a Dio le preghiere dei credenti. – Ap 5:8.
- Rendono omaggio a Dio, riconoscendolo “nostro Dio”. – Ap 5:10.
- Cantano inni di lode a Dio. – Ap 5:11;11:17.
- Come i sacerdoti, porgono a Dio delle coppe. – Ap 5:8.
“Dal trono uscivano lampi, voci e tuoni” (Ap 4:5; cfr. 8:5;11:19;16:18). Così sono descritti nella Bibbia i tremendi fenomeni prodotti dalla presenza di Dio.
Le manifestazioni che accompagnano la rivelazione di Dio
- “Ci furono tuoni, lampi, una fitta nuvola sul monte e si udì un fortissimo suono di tromba. Tutto il popolo che era nell’accampamento tremò”. – Es 19:16.
- “Tutto il popolo udiva i tuoni, il suono della tromba e vedeva i lampi e il monte fumante. A tal vista, tremava e stava lontano”. – Es 20:18.
- “Il fragore dei tuoni era nel turbine; i lampi illuminarono il mondo; la terra fu scossa e tremò”. – Sl 77:18.
- “Quel fuoco circolava in mezzo agli esseri viventi, era un fuoco scintillante, e dal fuoco uscivano dei lampi”. – Ez 1:13.
- “Un fuoco lo precede e consuma i suoi nemici tutt’intorno. I suoi lampi illuminano il mondo; la terra lo vede e trema”. – Sl 97:3,4.
- “Dopo il lampo, una voce rugge; egli tuona con la sua voce maestosa; quando si ode la voce, il fulmine non è già più nella sua mano. Dio tuona con la sua voce in modo prodigioso”. – Gb 37:4,5.
- “Il nostro Dio è anche un fuoco consumante”. – Eb 12:29.
“Davanti al trono c’erano sette lampade accese, che sono i sette spiriti di Dio” (Ap 4:5). Già in Ap 1:4 erano menzionati i “sette spiriti che sono davanti al suo trono”. Ora, siccome le sette fiaccole sono identificate con i sette spiriti, si tratta nuovamente dei messaggeri angelici. Dio “fa dei suoi angeli spiriti, dei suoi ministri un fuoco divoratore”. – Sl 104:4, TNM; cfr. Eb 1:7.
Anche per l’area davanti al trono di Dio si ricorre a un paragone necessariamente approssimativo che ne dia l’idea: “Davanti al trono inoltre c’era come un mare di vetro, simile al cristallo”. – Ap 4:6.
Nella concezione ebraica il cielo era stato costituito da Dio come una calotta sopra le acque: Dio disse: «Vi sia una distesa tra le acque, che separi le acque dalle acque». Dio fece la distesa e separò le acque che erano sotto la distesa dalle acque che erano sopra la distesa. E così fu. Dio chiamò la distesa «cielo»” (Gn 1:6-8). Gli ebrei pensavano che Dio avesse la sua reggia sulle acque: “Egli costruisce le sue alte stanze sulle acque” (Sl 104:3). Così, davanti al trono divino c’è “come un mare di vetro, simile al cristallo”. La preposizione ἐνώπιον, tradotta “davanti”, indica “alla presenza, “al cospetto”. Questo mare trasparente è qui solo descrittivo, non ha una funzione primaria.
L’importanza non è assunta dal mare cristallino ma da ciò che sta “in mezzo al trono e intorno al trono” ovvero le “quattro creature viventi, piene di occhi davanti e di dietro”. – Ap 4:6.
Queste “creature viventi” sono ubbidienti a Dio. Infatti, non sono bestie.
Le bestie
La Scrittura chiama “bestie” solamente le potenze che sono ostili a Dio. Le caratteristiche etologiche sono conferite nella Bibbia, in senso figurato, a persone, a popoli e a governi. Nel pensiero concreto ebraico, queste illustrazioni sono molto efficaci. Le simboliche bestie bibliche variano d’aspetto, secondo le loro caratteristiche, ma hanno tutte una peculiarità in comune: tutte si oppongono al dominio di Dio. Le allegoriche bestie bibliche sono tutte molto aggressive e, oltre a opporsi a Dio, cercano d’imporsi su altri popoli nel loro ambito di dominio.
- “Queste quattro grandi bestie sono quattro re che sorgeranno dalla terra”. – Dn 7:17.
- “Il montone con due corna, che tu hai visto, rappresenta i re di Media e di Persia. Il capro irsuto è il re di Grecia; e il suo gran corno, fra i suoi occhi, è il primo re. Le quattro corna, sorte al posto di quello spezzato, sono quattro regni che sorgeranno da questa nazione, ma non con la stessa sua potenza”. – Dn 8:20-22.
- La Babilonia, che sta per conquistare il Regno di Giuda, è annunciata così: “Un leone balza fuori dal folto bosco, un distruttore di nazioni si è messo in marcia, ha lasciato il suo luogo, per ridurre il tuo paese in desolazione”. – Ger 4:7.
- Dopo la disfatta, le forze militari babilonesi sono così descritte: “I nostri persecutori sono stati più leggeri delle aquile nei cieli; ci hanno dato la caccia su per le montagne, ci hanno teso agguati nel deserto”. – Lam 4:19.
- “Israele è una pecora smarrita, a cui i leoni hanno dato la caccia; il re di Assiria, per primo, l’ha divorata; e quest’ultimo, Nabucodonosor, re di Babilonia, le ha frantumato le ossa”. – Ger 50:17.
- “Così parla il Signore, Dio: ‘Eccomi contro di te, faraone, re d’Egitto, gran coccodrillo, che stai disteso in mezzo ai tuoi fiumi e dici: Il fiume è mio e sono io che l’ho fatto!’ Io metterò dei ganci nelle tue mascelle, farò in modo che i pesci dei tuoi fiumi si attaccheranno alle tue scaglie e ti tirerò fuori dai tuoi fiumi, con tutti i pesci dei tuoi fiumi attaccati alle tue scaglie’”. – Ez 29:3,4.
Simbolismi biblici delle bestie “Bestie prive di ragione”. – 2Pt 2:12; Gda 10. |
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Bestia |
Caratteristiche negative |
Riferimenti |
Aquila |
Predatore, rapace | Ez 17:3,7,12,15 |
Asino |
Marcato desiderio sessuale | Ez 23:20 |
Cammello |
Soddisfazione incontrollata dei desideri | Ger 2:23 |
Cane |
Impuro, insaziabile | Sl 22:16; 59:6,14; 2Sam 16:9; Is 56:10,11; Mt 15:26,27; 2Pt 2:22 |
Capro |
Ostinato, cocciuto | Dn 8:5,21; Mt 25:32,41,46 |
Cavallo |
Battagliero; desiderio sessuale | Gb 39:19-25; Sl 33:17;147:10; Is 31:1; Ger 4:13;5:8 |
Dragone |
Divoratore | Ger 51:34; Ap 12:9 |
Leone |
Predatore, rapace, feroce | Sl 22:13; Ger 50:17; Dn 7:4; 1Pt 5:8 |
Leopardo |
Veloce | Ab 1:8; Dn 7:6 |
Lupo |
Veloce, feroce, astuto, vorace | Mt 7:15;10:16; At 20:29 |
Maiale |
Impuro |
2Pt 2:22 |
Montone |
Tendenza a scontrarsi | Dn 8:3,4,20 |
Orso |
Spietato |
Pr 28:15; Dn 7:5 |
Serpente |
Astuto |
2Cor 11:3: Ap 12:9 |
Toro |
Violento |
Sl 22:12 |
Volpe |
Astuta, maliziosa |
Lc 13:32 |
Zebra (femmina) |
Sessualmente insaziabile |
Ger 2:24 |
Simbolismi biblici positivi degli animali |
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Bestia |
Caratteristiche positive |
Riferimenti |
Aquila |
Lungimirante | Es 19:4; Sl 103:5; Is 40:31; Mt 24:28; Lc 17:37; Ap 4:7;12:14 |
Asino |
Duro lavoratore | Gn 49:14,15 |
Capro |
Vittima | Eb 9:11-14 |
Cavallo bianco |
Battagliero per la giustizia | Ap 19:11,16 |
Cerva |
Veloce, sicura, amabile | Gn 49:21; 2Sam 22:34; Sl 18:33; Pr 5:19 |
Colomba |
Bella, amabile, innocente, fedele | Cant 1:15;5:2; Is 60:8; Mt 10:16 |
Gallina |
Protettiva | Mt 23:37; Lc 13:34 |
Gazzella |
Veloce, bella, amabile | 1Cron 12:8; Cant 2:9 |
Leone |
Maestoso, coraggioso |
Gn 49:9; Is 31:4; Os 11:10; Mic 5:8; Ap 4:7;5:5 |
Lupo |
Combattivo | Gn 49:27 |
Pecora |
Vittima, mansueta, docile, gregaria |
Sl 79:13; Mt 25:32-34; Gv 1:29;10:7; Eb 13:20; Ap 5:6;14:1;22:3 |
Pesce puro |
Adatto |
Mt 13:47-50 |
Serpente |
Cauto |
Mt 10:16 |
Toro |
Potente, forte |
Gb 39:9-11; Ap 4:7 |
Vitello |
Vittima |
Os 14:2; Eb 9:11-14;13:15 |
Le “quattro creature viventi, piene di occhi davanti e di dietro” (Ap 4:6) non sono bestie. Sono al servizio di Dio. Esse sono “piene di occhi davanti e di dietro” (Ibidem): possono vedere ogni cosa. In Ez 1:5 ci sono “quattro esseri viventi” e “ognuno di essi aveva quattro facce” (v. 6); “quanto all’aspetto delle loro facce, essi avevano tutti una faccia d’uomo, tutti e quattro una faccia di leone a destra, tutti e quattro una faccia di bue a sinistra, e tutti e quattro una faccia d’aquila” (v. 10). Anche questi quattro esseri della visione di Ezechiele possono quindi vedere tutto. In Ap abbiamo tuttavia quattro esseri che sono diversi tra loro.
I quattro esseri di Ez 1 Tutti uguali con 4 facce |
I quattro esseri di Ap 4:6,7 Diversi uno dall’altro |
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Una faccia d’uomo |
Uno con la faccia come d’un uomo |
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Una faccia di leone a destra |
Uno simile a un leone |
|
Una faccia di bue a sinistra |
Uno simile a un vitello |
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Una faccia d’aquila |
Uno simile a un’aquila |
Anticamente si pensava che quattro possenti esseri sostenessero la volta celeste. In Ap 7:1 troviamo “quattro angeli che stavano in piedi ai quattro angoli della terra”. Nell’astrologia babilonese c’erano quattro segni zodiacali connessi all’inizio della quattro stagioni:
Astrologia babilonese |
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Segno zodiacale |
Stagione |
Toro |
Primavera |
Leone |
Estate |
Scorpione |
Autunno (lo scorpione era immaginato come un uomo con i tratti di scorpione) |
Acquario |
Inverno (l’Acquario si trova in gennaio in vicinanza dell’Aquila) |
Nella concezione ebraica questi quattro esseri babilonesi diventano quattro angeli (Ap 7:1), identificati in Is 6:2 con i serafini.
Come i serafini isaiani, le apocalittiche “le quattro creature viventi avevano ognuna sei ali” (Ap 4:8). Anche le loro ali “erano coperte di occhi tutt’intorno e di dentro” (Ap 4:8; cfr. Ez 1:18), potendo così scrutare tutto.
Analogie |
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I quattro esseri di Ap 4 |
I serafini di Is 6 |
“Avevano ognuna sei ali”. – V. 8. |
“Ognuno dei quali aveva sei ali”. – V. 2. |
“Non cessavano mai di ripetere giorno e notte: «Santo, santo, santo è il Signore, il Dio onnipotente»”. – V. 8. |
“L’uno gridava all’altro e diceva: «Santo, santo, santo è il Signore degli eserciti! »”. – V. 3. |
Gli innumerevoli occhi fanno venire in mente le innumerevoli stelle del firmamento, che loda – come i serafini – la gloria di Dio: “I cieli raccontano la gloria di Dio e il firmamento annuncia l’opera delle sue mani”. – Sl 19:1.
“Ogni volta che queste creature viventi rendono gloria, onore e grazie a colui che siede sul trono, e che vive nei secoli dei secoli, i ventiquattro anziani si prostrano davanti a colui che siede sul trono e adorano colui che vive nei secoli dei secoli e gettano le loro corone davanti al trono, dicendo: «Tu sei degno, o Signore e Dio nostro, di ricevere la gloria, l’onore e la potenza: perché tu hai creato tutte le cose, e per tua volontà furono create ed esistono»” (Ap 4:9-11). Nel culto celeste Dio viene adorato in piena sottomissione e riconosciuto come l’unico che vive in eterno. Egli è il “Dio vivente” (Sl 42:2), “il Dio vivente e vero” (1Ts 1:9). Nel culto imperiale si doveva omaggiare Cesare. Le creature di Dio rendono omaggio al Creatore, l’Onnipotente, l’Unico in tutto l’universo cui spetta l’adorazione. “Temete Dio e dategli gloria” (Ap 14:7). “A lui sia la gloria per sempre”. – Rm 11:36, TNM.