La חגיגה (khaghigàh)
Ciò che non è compreso, per scarsa conoscenza della Scrittura, è che Nm 10:10 prevedeva che nei periodi festivi ci fossero dei “sacrifici di comunione” (TNM), chiamati in NR “sacrifici di riconoscenza”, ma chiamati nella Bibbia zivkhè shalmychèm (זִבְחֵי שַׁלְמֵיכֶם), “sacrifici della vostra pace”. Sono menzionati anche in 2Cron 30:22. Questo “sacrificio di pace” fa parte di ciò che è detto nella Bibbia qorbàn (קָרְבָּן), parola che Yeshùa menziona in Mr 7:11 (κορβάν, korbàn); si tratta di un’“offerta” prevista in Lv 1:2. La particolare offerta costituita dal “sacrificio di pace” prende il nome di חגיגה (khaghigàh), derivato da חג (khag), “festa”. Della khaghigàh si bruciava sull’altare la parte grassa dell’animale offerto (Lv 3:3-17), una parte era poi data ai sacerdoti e il resto si mangiava in famiglia o con gli amici. Questa cena fatta con la khaghigàh era un bel momento e costituiva un pasto sontuoso. La khaghigàh era offerta in particolare durante i tre pellegrinaggi a Gerusalemme, tra i quali vi era la Pasqua. La khaghigàh non era però la cena pasquale. In occasione della Pasqua, questa cena tra amici si faceva all’inizio del 14 nissàn, mentre la cena pasquale era invece consumata all’inizio del 15. È una mitzvàh (מִצְוָה), un precetto, rallegrarsi durante queste Feste: “Ti rallegrerai in questa tua festa”. – Dt 16:14.
L’ultima cena di Yeshùa fu costituita da una khaghigàh, che era un pasto di comunione: “Il calice della benedizione, che noi benediciamo, non è forse la comunione con il sangue di Cristo? Il pane che noi rompiamo, non è forse la comunione con il corpo di Cristo?” (1Cor 10:16). La khaghigàh, cena tra amici, poteva anche essere fatta in occasione della stipulazione di un patto (Es 24:5). Nell’ultima cena avvenne anche questo, quando Yeshùa disse ai suoi apostoli: “Io faccio un patto con voi”. – Lc 22:29, TNM.
Yeshùa osservò il pasto della khaghigàh la sera all’inizio del 14 nissàn (Mt 26:20). Questo era il pasto che si faceva la sera prima della cena pasquale vera e propria. In quella notte introdusse nella khaghigàh, cena di comunione, nuovi simboli per gli appartenenti alla sua chiesa o congregazione: il pane e il vino. – Mt 26:26-29.