Zebudda (זְבִידָה, Sevidàh, “data”)
“Ioiachim aveva venticinque anni quando cominciò a regnare, e regnò undici anni a Gerusalemme. Il nome di sua madre era Zebudda, figlia di Pedaia da Ruma”. – 2Re 23:36.
Questa donna fu la madre di uno degli ultimi re di Giuda, Ioiachim. Di costui è detto che “il faraone Neco fece re Eliachim, figlio di Giosia, al posto di Giosia suo padre, e gli cambiò il nome in quello di Ioiachim” (2Re 23:34). Quindi Zebudda era la moglie o la concubina del re Giosia. TNM traslittera il nome di questa donna in “Zebida”, il che ci sembra più corretto, dato che il Testo Masoretico ha זְבִידָה (sevydàh), pur contenendo come annotazione זְבוּדָּה (svudàh).
Zeres (זֶרֶשׁ, Sèresh, “stella di Venere”; nome di origine persiana)
“Aman si contenne, se ne andò a casa e mandò a chiamare i suoi amici e Zeres, sua moglie”. – Est 5:10.
Aman odiava gli ebrei: era un amalechita, e Dio aveva deliberato l’intero sterminio degli amalechiti (Es 17:14-16) perché costoro odiando Dio e il suo popolo, avevano attaccato gli israeliti mentre erano in viaggio nel deserto. – Es 17:8.
Questo Aman era alle dipendenze del re di Persia Serse I (Assuero): era primo ministro dell’impero persiano. Incollerito contro l’ebreo Mardocheo, fece in modo che il re persiano decretasse l’annientamento degli ebrei. – Est 3:1-11.
Sua moglie Zeres fu tra quelli che suggerirono che egli innalzasse un palo alto circa 22 m su cui appendere Mardocheo (Est 5:10,14). Fu in questa occasione che Zeres aveva mandato “a chiamare . . . Zeres, sua moglie” e sua degna compagna di malaffare.
Zia – definizione (ebraico: דֹּדָה, dodàh; greco: assente nella Bibbia)
“Non scoprirai la nudità del fratello di tuo padre, né di sua moglie: è tua zia”. – Lv 18:14.
Il passo suddetto vietava l’incesto con la propria zia. Inoltre, l’uomo israelita non poteva sposare una zia, sorella di sua madre o di suo padre (Lv 18:12,13;20:19) e neppure una zia acquisita, moglie del fratello di suo padre o di sua madre. – Lv 18:14;20:20.
Il termine ebraico דֹּד (dod), “zio”, reso anche come “fratello del padre” (Lv 10:4;20:20;25:49; Nm 36:11; 1Sam 10:14-16;14:50; Est 2:7,15; Ger 32:7-9,12; Am 6:10), ha nella Bibbia un significato più ampio che non semplicemente “zio/zia”. Può perfino significare “amore”, come in Pr 7:18: “Vieni, inebriamoci d’amore [דֹדִים (dodìm), qui al plurale] fino al mattino” (cfr Cant 1:2, 4; Ez 16:8;23:17, in cui compare la parola ebraica). Può indicare la persona amata, come in Cant 1:16: “Come sei bello, amico mio [דֹודִי (dodì)], come sei amabile!” È ovviamente il contesto o altri passi paralleli che permettono di dare alla parola il significato giusto.
Il femminile דֹּדָה (dodàh), “zia”, indica la sorella della madre o del padre, oppure la moglie di uno zio. – Es 6:20; Lv 18:14;20:20.
Le zie sono spesso affezionate ai nipoti e sono affettuose e amichevoli con loro, meno severe delle madri. La Bibbia narra alcune vicende in cui le zie furono implicate.
Una di queste interessò il re Ioas, che regnò quaranta anni sul Regno di Giuda (2Re 12:1). Alla morte del padre di Ioas, la maligna Atalia (nonna di Ioas) si proclamò regina. Fu talmente malvagia che fece uccidere tutti i pretendenti al trono, ovvero i fratelli di Ioas. Le sfuggì però proprio Ioas, che al tempo non aveva neppure un anno. Il bambino sfuggì all’eccidio proprio grazie a sua zia Ieoseba che tenne nascosto il piccino per sei anni. – 2Re 11:1-3; 2Cron 22:10-12.
A “Tamar, che era donna di bell’aspetto” (2Sam 14:27), fu dato il nome di sua zia, la bella figlia del re Davide (1Cron 3:9; 2Sam 13:1), segno evidente della dolcezza della zia.
Gli zebedei Giacomo e Giovanni erano figli di Salome (Mt 27:55,56; Mr 15:40,41). Questa Salome era sorella di Miryàm (Gv 19:25), la madre di Yeshùa. I due erano quindi cugini di primo grado di Yeshùa e Salome era zia di Yeshùa (si veda la voce Sorella di Maria madre di Gesù; si veda anche l’excursus alla fine della lista, intitolato Le Tre Marie). Data questa parentela, si comprende meglio la richiesta dei due fratelli al loro cugino Yeshùa: “Concedici di sedere uno alla tua destra e l’altro alla tua sinistra nella tua gloria” (Mr 10:37). E si comprende anche l’intervento della zia di Yeshùa presso il nipote a favore dei suoi due figli e cugini di Yeshùa: “La madre dei figli di Zebedeo si avvicinò a Gesù con i suoi figli, prostrandosi per fargli una richiesta” (Mt 20:20). Si comprende pure, al v. 21, la risposta confidenziale di Yeshùa alla zia: “Che vuoi?”
Un’altra zia di cui la Bibbia parla è “Maria, madre di Giovanni detto anche Marco” (At 12:12), zia di Barnaba (Col 4:10), un levita (At 4:36) che ebbe un importante ruolo nella primitiva congregazione (At 9:27;11:23,24;13:1;15:25,26). In casa della zia di Barnaba si tenevano le riunioni della congregazione gerosolimitana. Quando Pietro fu liberato dalla prigionia impostagli da Erode, andò direttamente a casa di lei. – At 12:12.
Zilla (צִלָּה, Tsilàh, “ombra”)
“Lamec prese due mogli: il nome dell’una era Ada e il nome dell’altra Zilla”. – Gn 4:19.
Questo è il primo caso registrato nella Bibbia di poligamia. Lamec si prese due donne, nonostante il comandamento divino che un uomo doveva prendere una sola moglie (Gn 2:24). Inoltre, Lamec era della discendenza di Caino (Gn 4:17,18). La discendenza di Caino è messa in contrasto con la discendenza di Set in tutta la Genesi. I discendenti di Caino tesero a scegliere la disobbedienza a Dio, mentre i discendenti di Set scelsero l’obbedienza.
“Zilla a sua volta partorì Tubal-Cain, l’artefice d’ogni sorta di strumenti di bronzo e di ferro; e la sorella di Tubal-Cain fu Naama. Lamec disse alle sue mogli: ‘Ada e Zilla, ascoltate la mia voce; mogli di Lamec, porgete orecchio al mio dire! Sì, io ho ucciso un uomo perché mi ha ferito, e un giovane perché mi ha contuso. Se Caino sarà vendicato sette volte, Lamec lo sarà settantasette volte”. – Gn 4:22-24.
Lamec si vantò con le sue mogli di aver ucciso un uomo per vendetta. Affermò anche di essere meglio Dio, che aveva promesso di vendicare Caino sette volte: lui si sarebbe vendicato “settantasette volte”.
Zilpa (זִלְפָּה, Zilpàh, “languida”)
“Labano diede la sua serva Zilpa per serva a Lea, sua figlia”. – Gn 29:24.
Zilpa fu una “serva” o, piuttosto, una schiava. Zilpa era già stata schiava di Labano, il padre di Lea. Quando Lea e Giacobbe si sposarono (Gn 29:18-28), Labano la diede in schiava a Lea.
“Lea, vedendo che aveva cessato d’aver figli, prese la sua serva Zilpa e la diede a Giacobbe per moglie. Zilpa, serva di Lea, partorì un figlio a Giacobbe. E Lea disse: ‘Che fortuna!’ E lo chiamò Gad. Poi Zilpa, serva di Lea, partorì a Giacobbe un secondo figlio” (Gn 30:9-12). Lea, nonostante avesse avuto già quattro figli, pensando che non ne avrebbe più avuti, diede a Giacobbe Zilpa perché avesse da lui altri figli, che Zilpa gli partorì. – Gn 35:26.
Questa famiglia era diventata così inadeguata che Lea e Rachele (la seconda moglie di Giacobbe) ricorsero alle loro serve quali strumenti sessuali per dar figli a Giacobbe. Lea non sembra vedere Zilpa come una persona, ma piuttosto solo come uno strumento per il proprio beneficio e i propri desideri.
Zilpa rimase con la famiglia di Giacobbe durante tutti i loro viaggi. – Gn 32:22;33:1,2.